Gabriele Vacis: Novecento

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Dal 18 al 20 gennaio il ritorno di Eugenio Allegri con Novecento. Spettacolo allestito da Gabriele Vacis al Teatro Eutheca.

Novecento

Allestimento: Gabriele Vacis, Lucio Diana e Roberto Tarasco

Autore: Alessandro Baricco

Con: Eugenio Allegri

Fonica: Alessandro Bigatti

Luci: Cristian Zucaro

Costumi: Elena Gaudio

Dal  18 al 20 gennaio 2013 – Teatro Eutheca, sala Fellini Cinecittà, Roma

È la musica a rompere l’incessante chiacchiericcio salottiero del foyer, cosi da dare inizio alla storia resa nota dal celebre film di Tornatore. Novecento è il racconto di Max Tooney che incontra un uomo straordinario, il quale ha passato tutta la sua vita a bordo del Virginian. Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, il più grande pianista che la storia abbia mai avuto, l’unico in grado di raccontare l’anima dei passeggeri attraverso le note della musica.

Ad interpretarlo, a reinterpretare il capolavoro è Eugenio Allegri, attore di spiccata sensibilità; la sua capacità di narrare diviene magnifico gioco di visione in parole. Si cimenta in un monologo di quasi due ore, inserendo i suoi commenti, senza mai annoiare, più volte mozzando il fiato al pubblico.

Allegri offre un ventaglio dinamico di accenti sonori, sdoppiando così le sue volate monologanti, rendendo l’interpretazione multi personale. L’incommensurabile presenza si muove all’interno del piccolo palco della sala Fellini a Cinecittà, assieme a una scenografia volutamente povera, scarna e metasimobolica. Un pianoforte ed una tenda in fondo, che diventa schermo proiettato.

La messa in scena adottata dell’autore, che come ogni altra possibile non può che imporre una forma personale al racconto sognante di Baricco, è l’incursione dell’opsis narrativo, ovvero, il modus operandi in cui Allegri è Novecento, ed è anche colui che lo introduce, rendendo la struttura per nulla banale e didascalica, nutrendo un’originale dignità finale.

Ne viene fuori un personaggio che richiama per la sua indole la figura di Dario Fo, inserendo ingranaggi di vecchio stile futurista. Notevole il lavoro sul ritmo scenico, necessario a racchiudere in due ore Novecento.

A dominare la rappresentazione è una logica registica che calcola l’armonia musicale al millesimo supportando il dinamismo corrente. Esilarante la scena del duello, di notevole efficacia, nonostante si noti una certa tendenza a voler evitare una commozione più intima.

Sarà un mistero, per cosi dire buffo, il superbo cinismo marinaresco di Alessandro Baricco naufraga sbattendo la prua contro l’iceberg Allegri/Vacis.

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Redazione

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