Giancane-Una vita al top
Giancane è uno di quei musicisti necessari. Per due motivi: il primo, strettamente legato all’ambito musicale; l’altro puramente scenico.
Il country-pop è un genere che negli ultimissimi anni ha fatto terra bruciata, imponendosi come una realtà abbastanza oggettiva e conclamata (persino Avicii ha contaminato la sua dance con questo genere).
Se prendiamo Giancarlo Barbati (perché è così che realmente si chiama), lo poniamo sotto la lente d’ingrandimento e lo scrutiamo per bene, è facile capire come si sia nutrito, per molto tempo, di lacci, cavalli, deserto, polvere e chitarra acustica.
Insomma, un nuovo cowboy si muove per le vie della capitale.
Artista: Giancane
Album: Una vita al top
Anno: 2015
Etichetta: Goodfellas
In realtà, questo signore qui, è dietro il progetto Il muro del Canto, acclamata miscela esplosiva di folk-rock con testi di spessore assoluto.
Ma la favola di Giancane è lontana da quella band, pur avendo cifre stilistiche abbastanza simili.
Dopo un EP clamoroso, intitolato Carne, il cantautore romano lancia il suo primo, vero album: Una vita al top.
È una bomba.
Siamo dalle parti di un vecchio Johnny Cash che ha appena scoperto cosa vuol dire abbuffarsi di carbonara e abbacchio e tracannare vino rosso come se non ci fosse un domani.
Uno dei tanti punti di forza dell’album sta nella leggerezza. Nella spensieratezza. Ovvio, queste sono caratteristiche abbastanza comuni di tanti e tanti giovani cantautori che imbracciano una chitarra. Qui, però, il giochino è diverso e solido: folk puro servito su un piatto (il mondo culinario è presente, data la copertina geniale dell’album) di finto argento. Finto si, perché è nella logica di Giancane essere non perfetto, non prendersi sul serio, pur essendo seriamente uno bravo.
Ultima nota, da ricollegarsi a quanto scritto ad inizio recensione: il consiglio è di vederlo dal vivo e farvi trasportare nel suo deserto. Magari piegati in due dal divertimento assicurato.