Lo spettacolo Così è… ma non pare, ispirato al Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello, chiude la Rassegna Fuori-Classe promossa dal Teatro Eutheca in collaborazione con Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico, che ha visto la partecipazione di artisti internazionali come Peter Brook, Bruce Myers, e l’Odin Teatret di Eugenio Barba.
Così è… ma non pare
da: Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello
Regia: Giancarlo Fares
Con: Federica Tatulli, Craig Peritz, Sara Greco Valerio, Alfredo Colombaioni, Maurizio Greco
E con la partecipazione degli allievi dell’Accademia di Recitazione Eutheca- European Union Academy of Theatre and Cinema
Dal 29 novembre al 9 dicembre 2102 – Teatro Eutheca, Roma
Pirandello e i suoi personaggi del Così è (se vi pare) sono solo un pretesto. Vero protagonista di ogni serata è piuttosto il gioco – benevolo e scherzoso, ma serio – di ricerca della verità, al quale il pubblico è chiamato a partecipare ancor prima dell’inizio dello spettacolo. All’acquisto del biglietto, al botteghino, si riceve una mazzetta di banconote della zecca del paese di Valdana. E’ una dotazione monetaria con cui lo spettatore è posto in grado di acquistare, dopo breve trattativa, cinque diverse testimonianze, per dirimere un mistero. Nel paese di Valdana, infatti, il signor Ponza e la signora Frola, genero e suocera, attribuiscono diverse identità alla stessa donna, che a nessun altro, se non a loro due, è consentito di vedere. Il paese intero si interroga: è Giulia, seconda moglie di Ponza, oppure Lina, figlia di Frola e prima moglie dello stesso uomo, ad essere stata segregata in casa? L’attribuzione di due diverse identità alla stessa donna è frutto di menzogna o di follia? Chi è pazzo? Chi nasconde la verità?
Nel Così è, ma non pare di Giancarlo Fares, le possibili verità sono molteplici, senz’altro più di due. Ogni personaggio – il signore e la signora Sirelli, il Cameriere o la signora Cini, per citarne alcuni – ha la propria; il signor Ponza e la signora Frola ne raccontano due ciascuno, in apertura e in chiusura dello spettacolo; il Commissario e il suo Assistente ne propongono addirittura diverse, una più inverosimile e grottesca dell’altra. Ognuno indossa con orgoglio la propria pazzia, quasi con la convinzione profonda che senza tale attributo non esista umanità. I cittadini stessi del paese di Valdana – interpretati con ironia e competenza dagli allievi dell’Accademia di Recitazione Eutheca/European Union Academy of Theatre and Cinema -, smaliziati venditori di prove testimoniali per un pubblico assetato di verità, sembrano figure circensi sfuggite alla penna di un vignettista e sfoggiano improbabili mises, in un’identità comunitaria all’insegna del lecito folleggiare.
Lo spettacolo di Fares esplora un’ampia gamma di possibilità di comunicazione col pubblico e di linguaggi: utilizza il teatro di strada e le gag clownesche, non disdegna il coinvolgimento sensoriale col cibo, sfrutta diffusamente il dialogo diretto con gli spettatori e gli accenni all’attualità contemporanea, si espande in tutto lo spazio articolato del Teatro Eutheca, giocando con gli incontri nel largo foyer e costringendo poi piccoli gruppi in locali più angusti, quasi carcerari, per ascoltare l’ennesima testimonianza.
A differenza del Così è (se vi pare) pirandelliano, che lascia aperto un dubbio sottilmente angoscioso, il finale di Così è, ma non pare esita in una verità condivisa, che non sarà senz’altro la verità vera, che abbiamo ormai tutti perso l’abitudine a ricercare, ma una verità democraticamente eletta tale, serata per serata, da un pubblico sempre diverso. Un pubblico che ha potuto acquistare, a seconda delle proprie preferenze, solo cinque fra le tante possibili testimonianze dei protagonisti della vicenda e che è senza alcun dubbio consapevole di essere stato, nel complesso, piacevolmente irretito dal gioco stesso dell’umana follia.