Giancarlo Fares | Le Bal

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regia Giancarlo Fares

coreografie Ilaria Amaldi

con Giancarlo Fares, Sara Valerio, Alessandra Allegrini, Riccardo Averaimo, Alberta Cipriani, Vittoria Galli, Alice Iacono, Matteo Lucchini, Francesco Mastroianni, Davide Mattei, Matteo Milani, Pierfrancesco Perrucci, Maya Quattrini, Michele Savoia, Patrizia Scilla, Viviana Simone

scenografie Marco Lauria

costumi Francesca Grossi

disegno luci Luca Barbati

direzione di produzione Monica Cannistraro, Germana Giorgerini

 

11 ottobre, Teatro Sala Umberto, Roma

Al Teatro Sala Umberto dall’11 al 23 ottobre, va in scena Le Bal, per la regia di Giancarlo Fares. Lo spettacolo è stato ripreso dal precedente Le Bal del 1981, regia del francese Penchenat, che nel 1983 è stato trasposto in film da Ettore Scola.

Tutto accade in una balera. Una balera che sembra accendere le luci su un tempo indeterminato, dove arrivano come in una processione colorata i suoi personaggi. L’inizio è il momento della presentazione dei caratteri, dopo qualche ballo di conoscenza tra le coppie maschio-femmina, avviene un salto temporale. Ci si trova catapultati al tempo della seconda guerra mondiale, dal fascismo alla guerra vera e propria, alla liberazione. Si passa all’arrivo degli americani in Italia, che portano il tip tap e un modo spigliato di vivere; dagli anni ’50 si passa ai ’60 con le prime foto di gruppo, per poi arrivare ai cupi anni ‘70, con la droga e l’omosessualità segreta. Poi è la volta degli ’80: un tripudio di paillettes e signorine scosciate, fino rapidamente ad arrivare ai ’90 con la musica house e l’omologazione. Si passa infine ai primi 2000 con l’attacco alle torri gemelle, col quale si chiude il cerchio temporale e si torna alla balera d’inizio spettacolo, con i personaggi senza tempo che si riconoscono, come usciti da un sogno e si salutano.

Le Bal è un affresco dipinto dell’Italia a passi di ballo, dagli anni della seconda guerra mondiale alle torri gemelle. La storia viene raccontata letteralmente attraverso i diversi modi di muovere i piedi e non solo, i diversi tipi di balli che determinano una cultura, una comunità che cambia i suoi gusti attraverso le mode del momento. I bravissimi attori portano in scena personaggi fortemente caricati e riescono a creare una drammaturgia unicamente attraverso i gesti. Le atmosfere storiche si intrecciano alle piccole vicende di coppia, ripicche, amori, tradimenti, delusioni. I sedici attori sono quasi sempre tutti in scena e l’occhio dello spettatore è continuamente stimolato dal divertimento che generano le singole partiture fisiche di ogni personaggio. Sulla scena ci sono solo alcune sedie. La scenografia è data unicamente delle luci e dai coloratissimi costumi degli attori che cambiano al ritmo delle diverse epoche. La musica è l’elemento cardine, lo spettacolo è privo di parole e gli attori si muovono completamente legati ai motivi musicali, cogliendone accenti e atmosfere. Si passano in rassegna le più belle canzoni italiane e alcuni grandi successi della musica internazionale. Per quanto si narri la storia d’Italia con tutti i fatti drammatici che la puntellano, lo spettacolo non perde mai il suo approccio leggero e poetico, dove la gioia e la voglia di divertirsi insieme come comunità, vincono su tutto.

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