Teatro Vascello, RomaIl 2 aprile al Teatro Vascello è andato in scena Yerma, rifacimento in chiave contemporanea dell’ opera di Federico Garcia Lorca diretto da Gianluca Merolli. di Federico Garcia Lorca regia Gianluca Merolli traduzione e adattamento Roberto Scarpetti attori Elena Arvigo, Enzo Curcurù, Gianluca Merolli, Giulia Maulucci e Maurizio Rippa scene Alessandro Di Cola costumi Claudio Di Gennaro musiche Luca Longobardi movimenti Luca Ventura luci Pietro Sperduti foto Fabio Gatto 2 aprile 2016,
L’opera, dalla drammaturgia noir, ha puntato l’obiettivo sulla condizione di Yerma eroina dal sapore amaro in lotta con una condizione che non accetta, quella di non poter essere madre. La protagonista subisce l’eterno conflitto contro un destino avverso che non le fa realizzare il suo più grande desiderio. Una privazione violenta ed insopportabile che le persone a lei vicine, soprattutto il marito, sembrano non capire.
Yerma vuole essere madre, sente di essere nata per questo e non accetta una vita senza prole in quella casa in cui il marito la costringe ad essere rinchiusa e nella quale non c’è mai perché impegnato notte e giorno nei campi. D’altronde la gente del paese non ha di certo parole dolci per le donne che escono “troppo” di casa. Sono parole dure, dirette, colme di un giudizio gratuito tipico risultato della noia paesana e della mancanza di scenari diversi da quelli che si è soliti osservare.
Yerma è un dramma melmoso, oscuro e dal color grigio fumo.
La regia è molto ben organizzata, chiara e curata nel dettaglio, forse si percepisce un po’ l’eccessiva dose di contenuti coreografici e scenografici che il regista ha voluto inserire nella narrazione, nonostante siano estremamente efficaci e di grande aiuto alla drammaturgia.
Estremamente toccanti le parti cantate dal vivo, non solo per il valore tecnico dell’interprete ma anche per i giusti momenti in cui è stata inserita. Centrata e commovente ad esempio, nella parte iniziale in cui insieme alle luci ha creato un’atmosfera tersa ed ipnotica.
Le luci accompagnano come una melodia da orchestra la messa in scena, creando esse stesse un suono pieno e di grandissimo impatto scenico . Pulite, tecnicamente studiate e calzate alla perfezione con le scene in atto.
La parte coreografica in molti punti ha dato i giusti aiuti per l’interpretazione, in altri invece ha calcato troppo la mano sul significato della sua azione diventando un pò didascalica.