Artista: Gillo Dorfles
Titolo: Essere nel tempo
Luogo: MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma http://www.museomacro.org/mostre_ed_eventi/mostre/gillo_dorfles_essere_nel_tempo
A cura di Achille Bonito Oliva
sino al 30 marzo 2016
Oltre cento opere esposte, ottanta anni di carriera attiva, un padre storico della cultura visuale italiana. Questi i dati numerici fondamentali della prima mostra antologica di Gillo Dorfles al MACRO, curata da Bonito Oliva. Nel percorso espositivo che si snoda in una narrazione cronologica a ritroso, dai dipinti dell’estate 2015 alle opere giovanili degli anni ’30, si compone insieme il materiale magmatico prodotto dalla ricerca poliedrica di Dorfles.
“Eretico, erratico, erotico” lo definisce Bonito Oliva.
Oli, tempere, acrilici, matite su cartone ma anche sculture, ceramiche e terracotte. E ancora manoscritti, corrispondenza dattiloscritta, testi pubblicati, libri e videointerviste; addirittura delle spille in argento. Queste le tappe dell’itinerario antologico che il MACRO offre su Dorfles, davvero variegato. Ciò che emerge in maniera dirompente è il carattere assolutamente eclettico di questo intellettuale che ha saputo, in un felice strabismo, percorrere contemporaneamente le strade del critico e dell’artista.
In un mondo, quello contemporaneo, che troppo spesso premia l’ambizione alla specializzazione, l’atteggiamento di Dorfles appare quanto mai incoraggiante, oltre che intrigante. Dorfles non è mai stato, non è e non sarà mai, un intellettuale etichettabile. La curiosità non gli ha mai precluso la possibilità di superare i recinti disciplinari per guardare nel giardino altrui. L’eclettismo lo porta d’altronde nel sangue, triestino di nascita: la mescolanza culturale gli è data già dai natali.
«Tra la professione di medico, gli studi di estetica e i miei quadri sono sempre stato un eclettico e questo non è stato ben visto. Probabilmente perché sfuggire alla classificazioni è in un certo senso perturbante», e ancora «Essere eclettici spesso significa essere considerati superficiali» dichiara Dorfles. Ma proprio in questo procedere per scivolamento sulla superficie delle cose, trasversalmente, toccandone molte e lasciando che grazie ad essa le cose si mettano in contatto, che risiede il valore di questo tipo di indagine. E indubbiamente è proprio grazie a questo procedere relazionale e sistemico, un passo che abbraccia l’eterogeneità e l’ambiguità, e che si insinua tra le cose, che Dorfles deve il suo potente sguardo lungimirante. “Previsioni del tempo”: così si intitola la sezione della mostra dedicata a questa sua abilità incredibile di anticipare ciò che verrà, di vedere prima e meglio. Nessun specialista ne sarebbe mai stato capace.
Lunga vita a Dorfles. E lunga vita alla superficialità.