Artista: Giuliano Vangi
Titolo: Opere 1994-2014
Luogo: Macro Testaccio, piazza O. Giustiniani 4
fino al 18 gennaio 2015
Lo scultore Giuliano Vangi torna dopo tanti anni ad esporre a Roma, nei padiglioni del MACRO Testaccio, con una mostra curata da Gabriele Simongini e allestita dall’archistar svizzera Mario Botta. In “Opere 1994 – 2014” lo spettatore ha la possibilità di contemplare la produzione dell’ultimo decennio del Maestro.
Classe 1931, nativo di Barberino del Mugello e Praemium Imperiale nel 2002, Giuliano Vangi racconta con estrema lucidità l’epoca che stiamo vivendo, invitando soprattutto le nuove generazioni a riflettere sulla condizione dell’uomo, sul suo senso di onnipotenza che si sgretola e va in frantumi di fronte alla potenza della natura.
Passeggiare tra le sculture e i disegni esposti equivale a viaggiare con la mente e le emozioni, da “C’era una volta”, scolpita nel 2005 e profetica – viste le notizie che leggiamo o ascoltiamo sulle decapitazioni dell’ISIS -, a “Veio” centauro dell’era moderna che al posto del casco indossa un elmo acheo, volte a sottolineare la circolarità della storia e l’incapacità dell’uomo di imparare dal passato.
I toni drammatici e violenti si smorzano in “Donna sulla battigia”, che adagiata sul morbido marmo nulla ha da invidiare alla scultura di Arrigo Minerbi (Ferrara 1881 – 1961). E infine la “Ragazza coi capelli biondi” si staglia su un fondo dorato a ricordare una divinità pronta ad infondere fiducia e speranza. Lo stesso Vangi afferma: «Sono un padre, sono un nonno e quando guardo i miei nipoti, mi chiedo che mondo stiamo lasciando loro?»
Le sue opere sono davvero un monito e un invito a riflettere sul chi siamo e dove stiamo andando; il Maestro ricco di esperienza lascia così una traccia non solo estetica ma anche educativa. Come disse Pablo Picasso: «Ci si impiega molto tempo per diventare giovani».