Giuseppe Silvi è uno dei tre musicisti presenti con le loro composizioni elettroacustiche a MAXXI LIVE MUSIC, ciclo di concerti realizzati in coproduzione fra la Fondazione MAXXI e il Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma. Riporteremo le interviste rilasciate dai tre compositori Giuseppe Silvi, Massimo Massimi e Paolo Gatti, appartenenti alla classe di Musica elettronica del Conservatorio, in tre diversi articoli.
Descrivici i brani che hai presentato al MAXXI.
I brani che ho proposto al MAXXI, Attraverso la lente e Decadenze, sono entrambi frutto di un intenso lavoro di studio del comportamento acustico di strumenti tradizionali. Il primo è un brano del 2010 ed è basato su suoni di pianoforte. Il secondo è stato composto appositamente per l’occasione, il concerto del 29 marzo al MAXXI, dedicato alle percussioni, ed è fondato sui suoni di queste ultime. Nel mio attuale modo di lavorare, l’attività di ricerca sui suoni degli strumenti acustici tradizionali è di estrema importanza. In un certo senso, utilizzo i miei brani come strumenti conoscitivi, di analisi e trasformazione delle caratteristiche acustiche dello strumento.
Quali sono le principali linee che guidano la realizzazione della tua musica?
Quando sto per dare forma ad una idea musicale spesso accade che tutto quello che faccio, ascolto e leggo è condizionato e condiziona il mio pensiero. Così per molto tempo scrivo, prendo appunti, descrivo le mie idee affinché queste si evolvano sempre. Al termine di questo processo, a volte molto lungo, il lavoro di stesura del brano, sia esso acusmatico o per strumento tradizionale, si svolge di getto, freneticamente.
Progetti musicali attuali e futuri?
Questo è un periodo molto intenso. Un mio brano per piano ed elettronica dal vivo verrà suonato in giugno al festival di musica elettronica di New York. Attualmente sto lavorando sul progetto, musicale e di ricerca, per la mia tesi al biennio specialistico del Conservatorio di Roma. È, questo, un progetto molto ambizioso per me, perché, per la prima volta, mi sto dedicando alla creazione di un oggetto musicale: un altoparlante ideato appositamente per la diffusione della musica elettroacustica. Anche questo è il frutto di un processo di accumulazione di idee lungo diversi anni e, quindi, per me, è un lavoro estremamente importante. Non ho progetti futuri dato che il futuro non esiste.
Cos’è per te la musica elettroacustica?
Attualmente la vedo come una musica da difendere. Un patrimonio che rischia di essere divorato dalla mediocrità dei sistemi educativi attuali. Abbiamo alle spalle decenni di evoluzione del pensiero musicale elettronico, pensiero che si è evoluto nonostante, nei tempi passati, i mezzi a disposizione non permettessero grandi possibilità. Oggi, che si hanno i mezzi tecnici per realizzare praticamente qualsiasi concetto musicale, sembra che non ci siano idee. Il contesto sociale in cui la musica elettroacustica è nata non esiste più e la situazione culturale attuale ostacola la nascita di fenomeni artistici di ampio respiro.