Gli amici degli amici

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Nella splendida cornice del Teatro Due di Roma, è stato portato in scena Gli amici degli amici, un adattamento teatrale tratto dall’omonimo racconto di Henry James. Ecco dunque un tentativo, assolutamente riuscito, di portare sul palco un romanzo scritto più di un secolo fa, rispettando e valorizzando tutte le sue innovazioni e caratteristiche che introdussero il romanzo moderno.

Gli amici degli amici

Traduzione e adattamento: Franca De Angelis

Regia: Christian Angeli

Con: Alessandra Fallucchi, Massimo Reale, Chiara Condrò

Scene e Costumi: M. Alessandra Giuri

Luci: Paolo Macioci

Produzione: Il Carro dell’Orsa

Dal 30 aprile al 19 maggio 2013 – Teatro Due, Roma

Esistono alcune storie nella letteratura italiana e internazionale che sono profondamente radicate nel loro tempo; sono legate a esso sia per le vicende narrate sia per i personaggi che raccontano tali eventi, ed è dunque raro poterle estrapolare da un determinato contesto.

E poi ci sono le eccezioni. Il romanzo breve Gli amici degli amici, scritto da Henry James a fine Ottocento, per l’esattezza nel 1895, mostra una scrittura che va talmente oltre la propria epoca da divenire un racconto sempre attuale e sempre intrigante. Ed è per questo che l’adattamento di questo romanzo, portato in scena al Teatro Due di Roma dal 30 aprile al 19 maggio 2013, si presenta come un esperimento molto interessante: la storia raccontata sembra seguire il monologo interiore di ogni personaggio come fosse una seduta di  psicoanalisi.

Esistono due piani narrativi: è la storia di Olivia che seguendo il consiglio di un’amica di andare da uno psicoanalista, inizierà il racconto di un incontro con un uomo avvenuto 13 anni prima. Una tonalità più serena e rilassata e il personaggio di Oliva passa dal lettino nello studio dello psicoanalista alla mondanità che era solita frequentare; e il Dottore, con una cravatta diversa ed un passo della gamba più lungo prende il ruolo dell’uomo di cui Olivia si era innamorata.

L’intero spettacolo è un incrocio continuo di queste due dimensioni sul palco, dove gli attori viaggiano nel tempo, cambiando e indossando diversi ruoli. Anche scenograficamente, l’atmosfera sul palco sembra quasi voler evidenziare lo scorrere di un tempo evanescente e irreale, con l’utilizzo di veli di tulle adagiati su tutti gli oggetti in scena.

Quella che a prima vista poteva sembrare una storia di passioni, gelosie e ricordi, assume sempre più una dimensione intima ed evanescente. Olivia, infatti, continua le sedute di psicoanalisi perché è perseguitata dai fantasmi dell’uomo di cui si era innamorata, ormai morto, e di una sua amica, April, che per una serie di coincidenze e fatti legati al caso e al destino sembrava avere un’affinità elettiva rara e sconvolgente proprio con quell’uomo. Il Dottore cercherà dunque di farsi largo tra i racconti di Olivia, rivelando infine anch’egli eventi personali sulla sua infanzia che lo avvicineranno inaspettatamente alla paziente.

L’uso del punto di vista soggettivo, del monologo interiore e dei vari tipi di narrazione psicologica che diedero una svolta al romanzo moderno all’epoca di James, divengono ora elementi con cui raccontare una storia che fa di quegli elementi uno studio più approfondito: gli esperimenti della psicoanalisi, il chiedersi se esistano dimensioni oniriche e parallele alla nostra, ma soprattutto l’esistenza delle anime gemelle e delle coincidenze che possono segnare e cambiare la vita.

Gli amici degli amici risulta così un testo affascinante e ricchissimo di spunti di riflessione, e la messa in scena  è un articolato e abile gioco con il tempo: nessun cambio dietro le scene, nessun sipario calato, sul palco vengono raccontate diverse storie che si dipanano di fronte gli occhi dello spettatore tra continui flashback, dove la bravura dei personaggi si accompagna alla sapiente e interessante scrittura e messa in scena.

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Redazione

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