Is the man who is tall happy: An Animated Conversation With Noam Chomsky, di Michel Gondry, Francia 2013, 90’
Produzione: Michel Gondry, Georges Bermann, Julie Fong, Raffi Adlan
Distribuzione: IFC Films
@ Cinema Quattro Fontane, Rendez Vous: appuntamento con il nuovo cinema francese, 02-06 aprile 2014.
Per la quarta edizione di “Rendez-vous: appuntamento con il nuovo cinema francese” é stato proiettato il lungometraggio Is the man who is tall happy: An Animated Conversation With Noam Chomsky ultimo lavoro del regista Michel Gondry. Il carattere fortemente onirico delle creazioni di Gondry era già noto, e in questo suo ultimo esperimento di arte visionaria dà prova di una bravura ancora celata dietro i più consueti lavori di regia.
Il regista francese, mosso da una fortissima attrazione per il personaggio di Noam Chomsky, filosofo e attivista politico – nonché padre della linguistica moderna – decide di intervistarlo e di ricavarne un film-documentario fuori dal comune. I due uomini dialogano di scienza, teorie evolutive, psichiche e del linguaggio; e ancora di filosofia, del senso della vita e della morte, fino a toccare anche ricordi personali dell’intervistato, come l’educazione ricevuta, il rapporto con la moglie, la nascita della “grammatica generativa” e il significato di felicità.
Il titolo rimanda a un famoso paradosso posto da Chomsky nel libro Syntactic Structures: partendo dalla frase affermativa «The man who is tall is happy», il processo della mente per renderla interrogativa – «IS the man who is tall happy» – non segue alcun dettame grammaticale, ma si affida unicamente a un illogico istinto.
La peculiarità di Is the man who is tall happy sta nelle tecniche di realizzazione: non c’è una videocamera a sigillare i dialoghi tra i due uomini, il film è piuttosto una rappresentazione onirica dell’intervista, di cui abbiamo soltanto l’audio – tranne che per brevissimi momenti di riprese per presentare il protagonista – ed è interamente realizzato con la tecnica dello stop motion, un laborioso procedimento con il quale Gondry anima i suoi sinuosi disegni su fogli lucidi.
Per novanta minuti l’impressione è quella di essere ipnotizzati, non soltanto dalla profondità dei dialoghi, ma dalla sincronia tra i disegni e i concetti espressi. Gondry si dimostra un maestro nell’illustrare in modo quasi allucinato le profonde e spesso rarefatte riflessioni chomskiane. Non mancano piccole gaffes – soprattutto linguistiche – del regista, rapito dalle ammalianti risposte di Chomsky.
Forte dei temi trattati durante l’intervista e della spessa personalità di Chomsky, Is the man who is tall happy è un esperimento arduo, ma profondamente comunicativo in cui Gondry si cimenta con spontaneità e precisione, dando vita a un originale ritratto animato dei processi della mente umana.