Camera 208 – progetto strettamente confidenziale
di: Marco Valerio Amico, Rhuena Bracci
con: Sissj Bassani, Alessia Berardi, Rhuena Bracci, Marco Maretti, Stefano Questorio
suono: Roberto Rettura
scene: Giovanni Marocco, Paola Villani
cura delle luci: Fabio Sajiz
Nanou fa esplodere l’intero percorso artistico, abitando tutti gli spazi di Volume! Citando e autocitandosi in miniature, oggetti d’arredo e resti di storiche scenografie, crea ambienti colmi di magia, meraviglia e intimità. La drammaturgia dell’azione, celata dietro schermi sospesi, maschere, capelli o esposta, in un atmosfera lievemente glamour, nel passeggiare kubrickiano dei performer tra il pubblico – che ha potuto abitare come casa propria la performance, è parcellizzata, sovradimensionata o sottodimensionata, mai definita o definitiva. In un’atmosfera lynchiana lo spettatore è stato lasciato libero di osservare e partecipare l’opera d’arte performativa, sia in termini temporali che spaziali. Abbracciato dalle note di suoni malinconici e disperdendosi nei volumi della galleria, per tre ore o anche solo per cinque minuti, ha potuto entrare in una dimensione pregevole per allestimento scenico (e tecnico) e coinvolgente dal punto di vista della percezione multisensoriale. Una bella visione.
Estratto dalla Conversazione con Marco Valerio Amico di prossima pubblicazione.
Una composizione ambientale?
A me piace parlare di habitat e paesaggio. In questa situazione presentata a Teatri di Vetro sono portati al 100% ed elevati a potenza. L’opera va avanti di per sé, è un continuum spazio-temporale dettato dalla scena e quello che realmente si può offrire è un paesaggio e lo spettatore, nella sua decisione di movimento, determina il suo spazio-tempo.
Come si inserisce questo nuovo lavoro nel percorso coreografico di Nanou?
Come indicazione performativa interna abbiamo sempre lavorato per un corpo che non intrattenesse o ammiccasse. Il primo lavoro, Namor, parla di un’infatuazione per una donna vista mentre allestisce una vetrina. Mi sembra di aver colto quel germe di dieci anni fa, dove l’attrazione nasce per distrazione. C’è sempre qualcosa nella quotidianità su cui soffermarsi.
Cosa è per te contemporaneo?
Ciò che guarda un passettino più avanti dell’esistente.
Camera 208 sarà prossimamente ospite in tante stanze intercomunicanti di un chiostro cinquecentesco a Reggio Emilia.