Gli spazi della Art Core Gallery accolgono la seconda edizione della manifestazione Crosswise! ideata ed organizzata dalla fondazione Volume!: questa edizione vede protagonista la fotografia, e in particolare quella di Guido Gazzelli dall’emblematico titolo Credo.
Artista: Guido Gazzilli
Titolo: Credo
a cura della Fondazione Volume!
Luogo: Art Core Gallery, Via dei Marrucini, 1
dall’ 8 maggio al 20 maggio 2013
In un periodo in cui la fede e le strutture ad essa collegate sono quanto mai in crisi, in un momento in cui ad un capo della Chiesa è concesso addirittura dimettersi, la scelta del soggetto dell’esposizione di Guido Gazzelli appare curiosa e controcorrente.
Credo raccoglie una selezione di scatti eseguiti a Roma, tra Piazza San Pietro e Castel Gandolfo, nel periodo che va dall’annuncio dell’addio al pontificato di Benedetto XVI fino ad arrivare alla proclamazione del suo successore. Il nutrito corpus di immagini troneggia su una lunga parete dell’Art Core Gallery, e dà una determinata idea di fruizione artistica: mentre si gusta un caffè, è possibile prestare attenzione anche alla dimensione performativa, incuriosendosi davanti alla rappresentazione. È possibile dunque unire la quotidianità con l’arte e la dimensione ludica, in quanto non sembra necessario recarsi presso un museo per poter godere del piacere artistico.
Le fotografie esposte sono tutte in bianco e nero, e offrono quel senso di profondità che solo un chiaroscuro riesce a dare. Il bianco e nero, inoltre, sembra fissare l’immagine – e ciò che rappresenta – nella sua immobilità, come se appartenesse ad un tempo remoto, ad un continuo presente.
La ricerca del fotografo nasce dalla curiosità di indagare e capire le motivazioni dei giovani, i cosiddetti Papa Boys che, diversamente da molti altri ragazzi della loro stessa generazione, portano avanti le loro convinzioni e i loro ideali aggregandosi, attendendo insieme il susseguirsi degli eventi, gustando collettivamente il sapore dell’attesa. La dimensione collettiva è quella che sembra contare di più, osservando le immagini dell’esposizione: pur partendo dalla rappresentazione dei movimenti di aggregazione cristiani, esse forniscono una panoramica sempre più generale, volta a ritrarre le diverse figure che hanno popolato le due piazze durante quei giorni di trepidazione. Non sono, dunque, solo i Papa Boys i protagonisti degli scatti, ma anche famiglie e gruppi di amici, individui colti con sguardi sempre diversi: sorridenti, pensierosi, devoti, curiosi.
Il ritratto che emerge è quello di un’unica grande storia, un unico sguardo universale fatto di persone che scelgono di unirsi e condividere passioni e credenze comuni.