Hamletelia

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Dal 15 al 18 luglio al Teatro dei Conciatori in scena una multiforme Caroline Pagani con Hamletelia, risurrezione parodica di una Ofelia shakespeariana che mette in scena il monologo mai scritto da Shakespeare nell’Amleto, per dare il tragicomico punto di vista del personaggio di Ofelia.

Hamletelia

scritto, diretto e interpretato da Caroline Pagani

Dal 15 al 18 luglio 2013 – Teatro Dei Conciatori, Roma

Sei personaggi in cerca d’autore, diceva Pirandello. L’Ofelia di Caroline Pagani, invece, il suo autore ce l’ha: è William Shakespeare, e anche lei lo cerca, fin dalla tomba, ma per una rivincita. Perché non mi hai dato l’amore di Giulietta? Perché non la sensualità di Cleopatra o il veleno nel sangue di Lady Macbeth, né una morte come quella di Desdemona? Chiede a Shakespeare, affranta e grottesca, sotto il plenilunio di un cimitero.

Teatro nel teatro, in un certo senso, è quello di un personaggio nuovo e pur vecchio che esce da quello tradizionale attraverso l’espediente, peraltro shakespeariano, di un fantasma che prende vita da un cadavere. Espediente ambizioso, perché si prefigge di aggiungere qualcosa a un’opera intoccabile come l’Amleto e lo fa suscitando riso. Espediente ambizioso, ma decisamente riuscito. Recitare versi del dramma in lingua originale e fare in modo che ad attrarre l’attenzione non sia il verso di Shakespeare, ma l’effetto comico e parodico che ne scaturisce, è segno che, in questo spettacolo, non abbiamo a che fare con una poliglotta, ma con una poliglotta visionaria, di quelle che incarnano personaggi che non hanno più bisogno della recitazione, perché l’attrice li vede tanto chiaramente che le rimane solo da lasciarli vivere. E Ofelia canta, balla, saltella, ricorda, dialoga con Amleto, con Gertrude, con Shakespeare stesso e con il pubblico, che, come nel più coinvolgente teatro di narrazione, si sente portato sulla scena e chiamato in causa dall’interprete.

In una cornice intima e accogliente come quella del Teatro dei Conciatori, in cui l’attore sulla scena si trova a recitare senza quella minima distanza fisica dal pubblico che nei grandi teatri conferisce autorevolezza ai personaggi, Caroline Pagani recita facendo dell’autorevolezza di Ofelia come personaggio shakespeariano un elemento che preesiste alla messa in scena, che serve solo a essere superato dalla comicità, dall’erotismo e dai dubbi, appunto, amletici, che così denominiamo ma che sono contenuti di contemporaneità e modernità. In questo modo, Caroline porta il pubblico dalla sua parte, dalla parte del bizzarro e disperante fantasma di Ofelia. Hamletelia ci dimostra che, senza cambiare una virgola dell’Amleto shakespeariano e perfino citandolo di tanto in tanto, anche Ofelia, che non è Giulietta, né Cleopatra, né Lady Macbeth, può diventare protagonista.

Qualsiasi commento scritto a Caroline Pagani, che ha saputo non far rimpiangere Shakespeare pur ricordandolo, rischia a sua volta di far rimpiangere Caroline Pagani. Che cos’è Hamletelia? Un sudario bianco e una scenografia da cimitero, una pantegana, pennuti corvini, una scopa di paglia, una lucerna, un ombrello, una grande artista che induce all’applauso prima che la scena si chiuda, la sua comicità poetica.

Ogni grande opera si porta dietro la sua parodia, ogni tragedia può far ridere, purchè cambi l’angolo di osservazione. O, forse, purché a osservare sia Caroline Pagani.

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Redazione

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