Happy Days Motel

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Quando Balti viene promosso la sua vita cambia. Diventa un confronto aperto con un mondo posizionato su di un baratro, con personaggi borderline, che invece di fargli perdere l’equilibrio gli regalano una dimensione affascinante. Francesca Staasch dirige Happy Days Motelun road movie alquanto surrealista.

Happy Days Motel, di F. Staasch, Italia 2012, 97′

sulla piattaforma Cubovision fino al 15 giugno 2013,

Sceneggiatura: Francesca Staasch, Daniele Malavolta

Fotografia: Luca Coassin

Montaggio: Erika Manoni

Scenografia: Fabrizio D’Arpino

Costumi: Olivia Bellini

Musica: Toni Virgillito

Produttore: Bruno Tribbioli, Alessandro Bonifazi

Produzione: Blue Film, Fourlab, Rai Cinema, con il contributo della Fondazione Sardegna Film Commission

Interpreti: Lino Guanciale, Valeria Cavalli, Luigi Iacuzio, Luciano Curreli, Massimiliano Medda, Lea Gramsdorff, Marco Lampis, Valeria Belardelli, Lino Musella, Simeone Latini, Cristina Pellegrino

È surreale, questo è quanto. Perché nonostante si tratti di più storie racchiuse in una, che viaggiando parallele si incrociano a sorpresa e convivono rispettando i tempi dell’una e dell’altra, accadono cose in questo film che non hanno una logica, tanto meno una spiegazione. Più che surreale a volte diventa proprio irreale!

Come la situazione di Laura, ad esempio, nel momento in cui sembra diventare una monetina magica, un passepartout per le macchinette automatiche distributrici di vivande.

Ecco, queste macchinette hanno un ruolo importante. Il tempo ha un ruolo importante. L’allarme della macchina di Balti ha un ruolo importante. Il bip fisso di un arresto cardiaco anche. Il crack, i coltelli, le cicatrici, la precisione maniacale. La piscina e le valigette misteriose.

È un film che viaggia sull’orizzonte, sul limite della percezione “normale” del mondo. È un film border line, di personaggi sull’orlo di una crisi d’identità.

Balti, un impiegato estremamente preciso nel suo lavoro, viene promosso, e da un ufficio fatiscente si ritrova su una Renault quattro rossa a girare la Sardegna per consegnare valigette contenenti qualcosa di misterioso.

Candy e Lupo sono una coppia. Almeno così sembra. Sono due maniaci della precisione, lei riguardo all’ordine e lui riguardo al disordine. Non solo delle cose, quanto della propria vita.

Laura è una ex madre alla ricerca di un’altra figlia. È in attesa perenne; in piedi, su di un dondolo o su di una sedia… non fa differenza.

Dustin è un meccanico, per hobby. In realtà è un educatore sessuale, un vero e proprio Dottor Amore. Mica un gigolò qualunque. È un gigolò sadico.

Queste sono le storie.

L’Happy Days Motel è il loro incrocio. È il luogo dove i nostri personaggi si incontrano e si confrontano non entrando nelle vite degli altri, ma capendo la propria in relazione agli altri.

Ognuno si confronta con i propri desideri più profondi soltanto perché su quel bordo su cui vivono si va a posizionare il povero Balti, una persona “normale”.

Chissà quale sia stata l’intuizione di Francesca Staasch e Daniele Malavolta per scrivere una sceneggiatura del genere.

Ciò che traspare sicuramente è che siamo di fronte ad un’opera molto particolare, ambiziosa, che personalmente fa pensare ai fratelli Cohen, specialmente a Fratello dove sei?, per gli accorgimenti, per la gestione del patto esistente tra la realtà e finzione.

Una pellicola interessante e fresca, che fa riflettere sul come la vita si possa vivere in molti modi, sul come non ci si possa chiudere sempre in delle scatole e restare in balia della trottola del mondo che impone e gestisce ogni passo. Bisognerebbe prenderla con più filosofia, come fa Dustin quando dice a Balti di rilassarsi, perché «Tanto qui non c’è niente e niente succede sul serio».

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Autore

Andrea Palazzi

"Il passato è presente in ogni futuro". Andrea Palazzi scrive quello che i suoi occhi osservano e quello che la sua epidermide del cuore assorbe. Nelle sue recensioni traspare la continua ricerca tra l'esatta posizione delle cose e la loro giusta dimensione. Per lui l'arte è l'interazione emotiva tra chi crea e chi osserva.

8 commenti

  1. Avatar

    Ne ho sentito parlare tantissimo sul web e sulla pagina facebook di Cubovision!
    Questo paragone con il cinema dei Cohen mi stuzzica molto,ho deciso di vederlo 🙂

    • Andrea Palazzi
      Andrea Palazzi il

      Direi che il lavoro della recensione si è compiuto. 🙂
      Adesso sono io che sono curioso di sapere cosa pensi del film.
      Buona visione e buon primo maggio!

  2. Avatar

    Caro Andrea, mi è piaciuto molto!
    Un film borderline, con personaggi al limite nella propria condizione personale o sociale… tutti affascinanti.
    Penso che questa regista abbia qualcosa da dire: il nome me lo sono segnato in attesa di sentirne parlare ancora, e il film l’ho suggerito a qualche amico di palato fino 😛

    • Andrea

      Ciao Gianni, sono contento ti sia piaciuto! Sarà mia cura segnalarti altre pellicole interessanti! Seguici e se vuoi lascia la tua mail, così ti contatterò personalmente…buona giornata

      Andrea 😉

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