Liberamente tratto da Brevi interviste con uomini schifosi di David Foster Wallace Regia e adattamento Luca Bargagna Attori e Attrici Viviana Altieri, Vincenzo D’Amato, Elisabetta Mandalari, Luca Mascolo, Alessandro Meringolo, Massimo Odierna, Sara Putignano Costumi Luna Peri Proto Light designer Andrea Tocchio Progetto grafico e web Francesco Morgante Organizzazione Blu Teatro Maria Piccolo 25 -26 Giugno 2015 ore 23:00, Castel Sant’Elmo Sala Fringe, E45 Napoli Fringe Festival 2015
Pensare il Teatro in simbiosi con la Letteratura, sublimando entrambi i saperi e consegnando un sorprendente lavoro che si rivela ricerca infaticabile di luce. Il Dono, pregevolissimo lavoro della talentuosa Compagnia teatrale romana, Blu Teatro, è il frutto della coproduzione con la Fondazione Campania dei Festival, presentato nell’ambito del E45 Napoli Fringe Festival presso Castel Sant’Elmo e liberamente tratto dal libro “Brevi interviste con uomini schifosi” di David Foster Wallace.
Lo stile dello scrittore americano fornisce il paradigma che il regista e la Compagnia hanno seguito come stella polare nell’impervio mare letterario dell’autore nato a Ithaca. Dalla perimetria gestuale dei valenti attori e attrici alla geometria semantica dei dialoghi, il regista e la Compagnia hanno creato una solida architettura di senso che con coraggio sceglie di porsi come ricerca di un nuovo linguaggio artistico con e attraverso le parole di David Foster Wallace.
La difficoltà si determina proprio come slancio e impeto attraverso il labirinto sintattico dell’autore americano, poiché la presentazione di tutta una sequela di personaggi così diversificati, rappresenta il tentativo, parafrasando Herman Melville, di scendere nelle profondità semantiche (e di senso) della letteratura teatrale, per poi tornare in superficie con gli occhi iniettati di sangue.
Lo sforzo ermeneutico del regista e della Compagnia, al secondo progetto artistico basato su Wallace dopo il progetto Funhouse tratto dal romanzo Verso occidente l’impero dirige il suo corso, si costituisce come la tessitura di una ricerca artistica finemente intrecciata con gli “uomini schifosi” i quali all’interno del canovaccio proprio per essere così (in)consapevolmente (iper)reali, rappresentano le tracce da seguire in vista di ciò che c’è ancora da scoprire, vedere, capire.
Basta togliere la lettera “h” alla città natale di David Foster Wallace, ed ecco palesarsi l’Isola da cui è (ri)partito Odisseo. Forse Wallace, come l’Eroe Greco, ha inteso partire alla scoperta dell’infinito viaggio ai confini della letteratura di tutti i tempi, da cui non ha ancora fatto ritorno.