Il musical di Giancarlo Sepe rivisita The strange case of Doctor Jekyll e Mr. Hyde, il racconto scritto nel 1885 da Robert Louis Stevenson, abbandonando gli schemi classici della narrazione. Affascinanti e colorati quadri scenici, a metà tra Hollywood e la tv degli anni sessanta, ci mostrano la lotta tra vecchio e nuovo, ordine e disordine, musica e danza, racconto tradizionale e racconto per immagini.
Nella vicenda dell’infelice dr. Jekyll, uomo retto e onesto, che dopo una scoperta scientifica riesce a trasformarsi in mr. Hyde, sanguinario e violento, si è vista tradizionalmente una metafora della lotta eterna tra bene e male. Ma non poteva essere solo questa interpretazione restrittiva ad aver affascinato l’eclettico regista partenopeo bensì il tema del doppio in rapporto al fatto che lo sdoppiamento non può essere operato. Il dr. Jekyll è, come ogni essere umano, un incongruo miscuglio di bene e di male mentre mr. Hyde rappresenta l’attaccamento alla vita che ognuno ha dentro di sè, la corsa delirante di un’agognata libertà senza limiti.
Da terreno storico degli attacchi sferrati alla morale repressiva e perbenista del regime vittoriano dai letterati inglesi dell’epoca (a partire da Swinburne con Poems and Ballads), la Londra di fine Ottocento diventa ambientazione ideale per la messa in scena. La città di Jekyll è una città del peccato dove vagano uomini d’affari, con i loro egoismi e le loro passioni notturne, e dame tristemente vittime delle loro apparenze. Consapevolmente viene abbandonata ogni possibilità di trama, che resta solo lo spunto di partenza, in favore di un affresco vivido e trepidante di quella nefandezza che fa parte dell’animo umano e che, come scriveva Stevenson, è da intendere nel senso giusto, non necessariamente come qualcosa di ignobile. Il sordido può avere una sua dignità, in natura di solito ce l’ha.
I quadri scenici si alternano, accompagnati da una colonna sonora coinvolgente e varia che attraversa il rock industrial degli Einstürzende Neubauten, il soul dolente di Amy Winehouse, i musical di Vincente Minnelli, il rock pungente di Lou Reed e ancora James Blake, i Gorillaz, i Radiohaed, Moby, Gershwin, tutti amalgamati dalle musiche originali di Davide Mastrogiovanni.
È interessante la scelta degli interpreti principali: le gemelle Kessler, emblema fisico dello sdoppiamento, Rosalinda Celentano, intensa interprete di una donna insoddisfatta nei suoi abiti borghesi, e l’indimenticabile Alessandro Benvenuti nei panni dell’avvocato Utterson, trait d’union tra lo spettatore e le innumerevoli vicende narrate.
Il teatro d’immagine, al quale Sepe affida questa rivisitazione del tema del doppio, si avvale, però, innanzitutto di un corpo di attori e danzatori che ci regalano, con un’esecuzione impeccabile, panorami liberi e provocatori. Con loro, come leggendo di mr. Hyde e del suo meraviglioso egoismo nel racconto di Stevenson, cade ogni barriera, ogni censura e siamo irrimediabilmente coinvolti nell’azione scenica, sia questa un batter di tacchi, uno sgambettare furioso, un omicidio che diventa balletto o un coro a bocca chiusa dalla Madama Butterfly di Puccini.
DR JEKYLL E MR HYDE – SOGNI E VISIONI
un musical ideato e diretto da Giancarlo Sepe
con Alessandro Benvenuti e Rosalinda Celentano
con la partecipazione straordinaria di Alice& Ellen Kessler
e con Rita Corrado, Giovanni di Lonardo, Pier Giuseppe Di Tanno, Eugenio Dura, Loredana Gjeci, Barbara Marzoli, Emilio Marchese, Andrea Romero, Roberta Rosignoli, Luca Catello Sannino, Mauro Santopietro, Giuliano Scarpinato, Eleonora Tata, Luca Varone, Taiyo Yamanouchi
costumi Giovanni Ciacci
scene Fabiana Di Marco
colonna sonora a cura di Harmonia Team
con musiche originali di Davide Mastrogiovanni
disegno luci Umile Vainieri
progetto audio Paolo Astolfi
aiuto regia Emiliano Bronzino
Dal 18 ottobre al 13 novembre 2011, ore 20.45 (mercoledì e domenica ore 17) – Teatro Eliseo, Roma