Il padiglione delle meraviglie è un atto unico in due quadri di Ettore Petrolini del 1924. La piazza degli spettacoli dove è ambientata la scena è la riproduzione di Piazza Guglielmo Pepe che ha battezzato Petrolini all’arte e dove sorgevano dei grandi tendoni in cui si svolgevano spettacoli teatrali e circensi per la gioia del popolino.
Il padiglione delle meraviglie
di: Ettore Petrolini
Drammaturgia: Massimo Verdastro e Elio Pecora
Regia: Massimo Verdastro
Con: Manuela Kustermann, Massimo Verdastro, Emanuele Carucci Viterbi, Gloria Liberati, Giuseppe Sangiorgi, Luigi Pisani, Chiara Lucisano
Realizzazioni scenografiche: Peroni s.p.a., Alessandro Brambilla
Realizzazione costumi: Sartoria Teatrale Fiorentina
Scene e costumi: Stefania Battaglia
Vai al video dello spettacolo su E-performance
Dal 4 al 13 Ottobre 2013 – Teatro Vascello, Roma
Tutto ciò che è ignoto si immagina pieno di meraviglia!
E che cos’è la meraviglia per Ettore Petrolini se non la pratica teatrale? Ma può il teatro sanare l’animo umano, allontanarlo dai cattivi e nocivi sentimenti quali il rancore, la gelosia o l’inganno?
Se il circo è da sempre considerato un mondo magico, misterioso, lontano dal nostro mondo perché abitato da strani personaggi, da fenomeni soprannaturali e talmente spettacolari da risultare troppo distanti dal nostro quotidiano, Ettore Petrolini ha iniziato la sua carriera – come tanti altri attori e drammaturghi dell’epoca – proprio nei baracconi da circo e in quest’opera racconta quanto di umano, reale e simile a noi abita dentro quel mondo.
Ne risulta un’opera tanto spettacolare quanto malinconica, tanto misteriosa quanto rivelatrice di sentimenti universali. E’ la storia di Lalli che insieme alla moglie Zenaide gestisce il padiglione delle meraviglie composto da innumerevoli attrazioni: Amalù il selvaggio, Elvira la sirena, Tigre il lottatore, Evelina il saltimbanco e Tiberio l’immancabile imbonitore del carrozzone. Proprio tra quest’ultimo e la sirena Elvira nasce un amore poi sfiorito quando lei inizia una relazione con Tigre. I rancori, le gelosie e il tradimento portano scombussolamenti all’intera compagnia e al tragico epilogo finale con l’incontro di lotta tra i due pretendenti.
Con l’obiettivo di far risaltare il fatto che ogni personaggio racchiude in sé la voce di un sentimento, il tessuto drammaturgico petroliniano viene accompagnato da alcune aggiunte personali del regista Massimo Verdastro insieme al poeta Elio Pecora.
A livello scenico è come aprire delle piccole finestre, lasciando al buio l’intero palco per illuminare debolmente il personaggio che prende parola e fa emergere la sua voce segreta, prima nascosta ed ora pronta a rivelarsi. La realizzazione scenica è ricchissima di particolari scenografici: una gabbia, un’alta scala, tavoli, appendi abiti, sgabelli, poltrone, mobili e al centro del palco una tenda circolare. È lì che si trova il cuore pulsante dello spettacolo ed è al suo interno che avvengono le meraviglie: per la maggior parte del tempo la tenda rimane chiusa nella sua opacità lasciando trapelare i suoni e le sagome dei personaggi, ma quando viene aperta rivela infine la sua spettacolarità al pubblico. Tutto ciò che avviene attorno ad essa è dunque la vita dei suoi componenti: dal prepararsi senza parrucca e senza vestiti al numero da eseguire alla chiacchierata prima dello spettacolo, dal pettegolezzo alle dinamiche di gruppo.
I Personaggi diventano così Persone ed escono dalla recita toccando lo spettatore sul vivo dei suoi stessi dilemmi; il padiglione scandisce il procedere della vicenda dalle sue meraviglie straordinarie alle sue esistenze ordinarie.