Dall’8 al 20 gennaio le attrici della compagnia Diritto e Rovescio presentano lo spettacolo ispirato al libro dell’attivista Samar Yazbeck al Teatro Stanze Segrete.
Il profumo del tè alla cannella – I sapori dell’eros
Regia: Annalisa Biancofiore
Autore: Arianna Di Pietro
Con: Giulia Adami, Arianna Di Pietro, Anna Graziano ed Elisa Pavolini
Produzione : Compagnia Diritto e Rovescio
Dall’ 8 al 20 gennaio 2013 – Teatro Stanze Segrete, Roma
Nel salotto del teatro, di intima portata – circa 40 posti -, si anima l’hammam della Damasco moderna, nell’atto di un rito nuziale, fatto di bagni profumati e tè alla cannella. Una giovane mamma prepara la sua giovane figlia Najat al matrimonio. Sembrano due amiche che ridono e si confrontano sulla loro condizione di donne, ma il cuore di Hanan pare aprirsi in una confessione che vive nel ricordo di Alia, la sua serva di gioventù amata con anima, corpo e mani. Una liberazione per la madre che riuscirà a raccontare la tenerezza della sua storia segreta, sciogliendo il suo dolore nel rituale pre-matrimoniale del bicchiere di tè.
È la seconda tappa dell’autrice, che dopo Le Mille e una notte, continua il suo viaggio di ricerca interiore attraverso i sapori d’oriente capaci di risvegliare i desideri stantii dell’amore.
«Ho provato a raccontare una storia d’amore universale – spiega Arianna Di Pietro, attrice-protagonista e autrice del testo – che mette in luce sia il rapporto tra madre e figlia sia l’amore tra persone dello stesso sesso. L’opera è ambientata nella Damasco moderna, ma ho cercato di tenere fuori la difficile situazione che c’è adesso in Siria, concentrandomi su questo intreccio amoroso e le difficoltà a rompere il silenzio in un contesto culturale ancora problematico per le donne. Attraverso diversi flashback, Hanan racconta la sua gioventù alla figlia, e trova la forza di farlo proprio adesso che sta per sposarsi. Questo evento la porta ad aprirsi e a confessare l’amore segreto per un’altra donna. La scena è accompagnata dal rito del tè alla cannella, che nella tradizione siriana viene servito nell’hammam alla sposa e alle sue ospiti, e simboleggia una sorta di atto propiziatorio e di purificazione».
Il testo è ispirato alla storia della scrittrice-attivista Samar Yazbeck che ha a lungo lottato per i diritti civili in Siria, denunciando la frustrante condizione della donna: per questo è stata perseguitata dal regime di Assad, arrestata più volte e minacciata di morte fino a che nel 2011 è fuggita a Parigi.
La messa in scena, che focalizza l’attenzione sul tema dell’omosessualità, non è mai banale e risulta addirittura costruttiva e scevra di prese di posizione, tanto che l’autrice afferma:
«Nel testo non parlo mai di omosessualità, ma sempre di amore. Perché l’amore è amore e basta, che sia tra uomo e donna, tra donna e donna, tra uomo e uomo. È stata una scelta voluta quella di presentare questo spettacolo, sia alla stampa che al pubblico, senza fare riferimento all’omosessualità. Abbiamo provato a raccontarla come qualcosa di naturale, non come evento particolare. Dovrebbe essere così per tutti. Se l’avessimo sottolineato, avremmo depotenziato il messaggio».
Una presenza teatrale che invoglia ad una riflessione molto profonda ed intima, con cui noi tutti dobbiamo confrontarci. In fondo nell’amore non ci sono differenze. C’è l’amore.