IL RICHIAMO. DONNE IN FUGA CHE SI RINCORRONO

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Durata 93’
Regia Stefano Pasetto
Soggetto Stefano Pasetto
Sceneggiatura Stefano Pasetto e Veronica Cascelli
Fotografia Guillermo “Bill” Nieto
Scenografia Romina del Prete
Costumi Chiara Ferrantini
Musiche Andrea Farri
Interpreti Sandra Ceccarelli (Lucia), Francesca Inaudi (Lea), César Bordòn (Bruno), Guillermo Pfening (Marco)

Proiettato in anteprima al Cinema Barberini, Il richiamo è uscito nelle sale italiane l’11 Maggio, distribuito dalla JP Entertainment. A tal proposito, la giovane attrice Francesca Inaudi ha dichiarato di «essere dispiaciuta perché ci sono voluti tre anni prima che questo film uscisse nelle nostre sale».

Siamo nella grande metropoli di Buenos Aires. Due donne dalle attitudini diverse.

Lucia è sposata con un allergologo, fa la hostess di volo e vive la sofferenza di non poter avere un figlio. Lea è fidanzata con un tatuatore, è addetta in un’agenzia di pollame e vive nella costante presenza dell’assenza del padre con cui intrattiene uno sporadico rapporto tramite telefono e attraverso una cicatrice sulla mano.
Lucia vorrebbe dimenticare se stessa e scomparire dietro le analisi cliniche, ma è il corpo stesso a impedirglielo reclamando spazio attraverso un percorso patologico.

Per accogliere il flebile richiamo dell’esistenza bisogna  fare silenzio, porsi in ascolto e accogliere la mano tesa.
Solo a quel punto per  Lucia si manifesta il contatto più inaspettato: quello con un’altra donna.
Lea decide di prendere lezioni di piano e contatta Lucia la quale ha ormai smesso da tempo di insegnare. Sarà proprio l’incontro/ scontro tra queste donne a riallacciare i fili di un passato che aleggia nel futuro, quello con una Balena del Sud Atlantico, quello con se stesse. Lea e Lucia faranno un viaggio nella selvaggia e immensa Patagonia, impegnate con una barca malridotta e con i rispettivi segreti.

Se prima le due protagoniste erano soffocate da uno scorrere frenetico di attimi di una solitudine senza limite, ora esse sono cullate dall’attesa di un tempo che non c’è e che non verrà. Su una barca in procinto di essere messa in mare, tra i colori vivi e ancestrali di una terra che darà loro la possibilità di un contatto non solo spirituale, ma anche diretto con la natura.
Pierpaolo Pasolini diceva: «Noi siamo il corpo». Il corpo non è estraneo all’anima, ne è legato profondamente; esso manifesta le ferite che ognuno porta dentro di sé ed è il ricettore di un cambiamento che coinvolge tutta la nostra sfera emotiva.
Una su tutte, la scena dell’incontro di Lucia con una balena in mare, una scena evocativa e di forte impatto emotivo.

«Il film nasce dall’urgenza di affrontare il tema della trasformazione, possibilità capace di attuarsi grazie alla capacità energetica di cogliere le occasioni, una qualità femminile». Queste sono le parole del regista Stefano Pesotto.
Ma questa energia femminile non è una prerogativa che distingue uomini e donne, essa è, piuttosto, dentro tutto e tutti, investe chiunque ne venga a contatto senza lasciare scampo.
Gli uomini delle due donne non saranno estranei, infatti, ai cambiamenti. Come Bruno, il marito di Lucia, che deve fare i conti con gli appunti appallottolati per casa di una moglie sola, fuori di sé e che non riesce a tornare.

Da qui anche una critica ai nostri tempi in cui l’immagine del corpo femminile non si esprime più a livello qualitativo ma quantitativo, sdoppiato da ogni forma di astrazione, concretizzato nella forma di un oggetto senza valore.

Oltre alla presenza di un cast autoctono, a livello estetico, il film risente molto dell’influenza del cinema argentino: pulizia nelle inquadrature e colori vivaci. Immagini con una grande carica visiva, data dalla poesia del luogo stesso.
Un film che affronta con delicatezza il tema dell’amore come motore di tutto, forza di propulsione che consente di ritrovarsi e affrontare la vita.

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