Nella serata inaugurale del festival Viareggio EuropaCinema 2012 è stato presentato, in anteprima assoluta, il secondo lungometraggio di Alessandro Tofanelli: Il segreto degli alberi, affascinante thriller ambientato e girato all’interno del Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli.
Il segreto degli alberi, di Alessandro Tofanelli, Ita 2012, 105’
Soggetto e Sceneggiatura: Alessandro Tofanelli
Montaggio: Alessio Focardi
Fotografia: Duccio Brunetti
Musiche: Riccardo Arrighini, Andrea Tofanelli
Suono: Carlo Remedi, Mirko Cascio, Gianni Bini
Produzione: Un fiorino Cinema e Arte
Interpreti: Stefano Dionisi, Raffaella Rea, Alessandra Arlotti, David Coco
Il festival Viareggio EuropaCinema 2012, che ha visto per il terzo anno consecutivo la direzione artistica del prof. Pier Marco De Santi, si è caratterizzato per la singolare tipologia di composizione della giuria che ha decretato il film vincitore. Essa è stata infatti composta da 50 studenti del corso di laurea in Discipline dello Spettacolo e da 30 volontari cinefili. In concorso vi hanno partecipato dodici film provenienti da altrettante nazioni europee: Bulgaria, Estonia, Finlandia, Grecia, Olanda, Polonia, Germania, Regno Unito, Romania, Spagna, Svezia, Turchia. A trionfare è stata la Polonia, con il film intitolato Rose, quarto lungometraggio del regista Wojtek Smarzowski. Grande ospite di questa edizione è stato il regista Gianni Amelio, il quale ha ricevuto l’ambizioso premio della Presidenza della Repubblica, mentre il premio dell’Università di Pisa è stato assegnato al regista Paolo Benvenuti.
Il segreto degli alberi è una storia ricca di fascino e di mistero, in cui la realtà si spinge oltre l’immaginazione, fino a toccare il misticismo. Giovanni, in seguito alla morte della madre, torna, insieme alla moglie, nel luogo in cui è cresciuto, ovvero all’interno del Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli. L’uomo ha una serie di pratiche da affrontare riguardanti la vendita della casa d’infanzia e della proprietà di un terreno all’interno del bosco di cui non sapeva nulla. Lì scopre l’esistenza di una capanna intorno alla quale si svolgono delle ricerche di un gruppo di studenti di ornitologia dell’Università di Pisa, i quali, però, non sono mai entrati nella costruzione. Tra di essi c’è Elena, a cui il protagonista si legherà. Nel corso dei giorni, man mano che Giovanni indaga sul proprio padre, morto suicida quando il protagonista era ancora un bambino, l’ambiente del bosco diverrà per lui sempre più avvolgente. Una notte ritrova nella capanna un diario in cui suo padre descrive il segreto degli alberi, fenomeno secondo il quale si è in grado di vedere muovere gli stessi alberi. Da questo momento il racconto sarà un’ascesa di mistero e di emozioni sempre più forte. Giovanni ed Elena sono coinvolti in una serie di eventi inspiegabili e sconvolgenti, in cui la realtà si mischia con le visioni in modo avvincente, fino al culmine del finale rivelatore.
Il film riesce a unire un intreccio complesso con un ritmo in grado di catturare lo spettatore. Il fascino di questo lavoro si impreziosisce soprattutto grazie alla scelta scenografica del parco, ambientazione perfetta per un thriller di questo genere, e grazie al montaggio, capace di alternare momenti statici e carichi di segreti con fasi rapide e visionarie. Il secondo lungometraggio del regista di Viareggio Alessandro Tofanelli è tutto da scoprire e si rivela originale e di qualità. Un lavoro che meriterebbe un’ampia diffusione nel panorama cinematografico italiano.
2 commenti
Il film è abbastanza terribile in realtà. Sceneggiatura sconclusionata, scelte di scenografia a volte imbarazzanti e direzione degli attori di basso livello. A coronare il tutto la scelta ingiustificata di girare il film in video, cosa che rende scadenti e di taglio quasi amatoriale parecchie inquadrature. Contronatura era un bel film perché oltre ad avere una bella storia e una fotografia di alto livello aveva dei personaggi con delle motivazioni credibili. Il segreto degli alberi non parla di niente e maschera con pretese da film visionario e onirico il vuoto cosmico della sua sceneggiatura.
La ringraziamo per il suo parere sul film.
Personalmente, dal punto di vista tecnico, specialmente fotografia e montaggio, non è dispiaciuto affatto, specialmente nelle fasi in cui il protagonista aveva le visioni. Dal punto di vista della sceneggiatura, secondo me il fatto di essersi basato su qualcosa che in realtà si percepisce e, allo stesso tempo, non si percepisce, è un po’ il suo punto forte.
Non mi dilungo nei dettagli perché è stato scritto nell’articolo.
Grazie per il suo commento e il suo parere sul film.