Il Sud è Niente è il film d’esordio di Fabio Mollo, regista calabrese, classe 1980. Ha ottenuto un’accoglienza positiva al suo debutto mondiale al festival di Toronto e all’ottava edizione del Festival internazionale del film di Roma si è aggiudicato il premio Camera d’oro Taodue.
Il Sud è Niente, di Fabio Mollo, Italia 2013, 90′
in programmazione nelle sale cinematografiche dal 5 dicembre 2013.
Soggetto e Sceneggiatura: Fabio Mollo
Musiche: Giorgio Giampà
Fotografia: Debora Vrizzi
Montaggio: Filippo Montemurro
Scenografia: Giovanna Cirianni
Costumi: Andrea Cavalletto
Distribuzione: Istituto Luce Cinecittà
Produzione: B24 FILM
Cast: Vinicio Marchioni (Cristiano); Valentina Lodovini (Bianca); Miriam Karlkvist (Grazia); Andrea Bellisario (Carmelo); Alessandra Costanzo (nonna); Giorgio Musumeci (Pietro); Vincenzo Scuruchi (Natale)
«Devo fare un film di cui c’è veramente bisogno, voglio che sia una cosa “necessaria”» è stata la premessa di Fabio Mollo per questa sua, più che riuscita, opera prima. Il film è ambientato a Reggio Calabria, quartiere Gebbione.
La protagonista Grazia è interpretata dall’attrice emergente Miriam Karlkvist, reggina e d’origine svedese, ben calata nel personaggio, anche perché vive e conosce bene la realtà rappresentata. Grazia è una ragazza alle prese con gli esami di stato e il negozio di stoccafisso che gestisce insieme al padre. È poco felice, orfana di madre, incapace di esprimere la sua femminilità. È tormentata da una verità che non vuole venire a galla, che riguarda Pietro (Giorgio Musumeci), il fratello maggiore morto durante un soggiorno in Germania. La spiaggia dove sosta la barca su cui è inciso il nome del fratello è il luogo che visita quando sente più forte la sua mancanza. Lì, negli abissi profondi di un mare blu cielo, è solita tuffarsi, rimanere a lungo sott’acqua, come in attesa che la verità soffocata e soffocante si decida, prima o poi, a salire su con lei.
Il padre di Grazia, Cristiano, interpretato da Vinicio Marchioni, è un uomo provato. Nella sua oscurità continua a trattenere il ricordo del figlio e la verità che lo riguarda. È lui il contenitore della verità, la chiave per la liberazione di entrambi i figli, il rassegnato che non dice niente di fronte alla morte di Pietro e alle ingiustizie che è costretto a vivere e incassare ancora. Ha scelto di stare zitto “come fanno tutti” perché è l’unica cosa che può fare, anche se tutto questo lo priva di un rapporto leale e aperto con la figlia e di una relazione sentimentale serena con Bianca (Valentina Lodovini), la vicina di negozio.
Due figure interessanti all’interno del film: la presenza dell’anima oltretomba, a metà tra credenza popolare e allucinazione, in questo caso incarnata da Pietro che vuole aiutare la sorella a squarciare il velo pesante del silenzio che non fa stare in pace nemmeno lui; e la figura del ragazzo forestiero, Carmelo (Andrea Bellisario), che aiuterà Grazia a tirare fuori la sua parte viva, rimasta fino a quel momento incolta e pietrificata dal dolore. Sono due voci a loro modo estranee a quella realtà, che tentano di interferire e modificare al meglio lo stato di Grazia che in solitudine, o limitandosi solo al confronto con quella terra, non ce la fa a liberarsi dai pesi che la tengono incollata a vecchi modi d’essere e vivere.
Per chi vive il meridione Il sud è niente non può lasciare indifferenti, nonostante d’indifferenza si parli. Il film mette in evidenza molte caratteristiche proprie del Sud, tra cui l’omertà.
I dialoghi sono essenziali e forti. Anche il silenzio, protagonista assoluto, dice molto, lasciando più porte aperte all’interpretazione. La voce narrante e sussurrata della nonna di Grazia (Alessandra Costanzo) avvolge ed emoziona insieme alle inquadrature realistiche ed asciutte della costa calabra.
Fabio Mollo è riuscito a produrre davvero un film “necessario”, un film che necessita la visione di chi continua a chiudere gli occhi e la bocca di fronte a queste realtà. Non bisogna mai smettere di ricordare al pubblico che tutto questo ancora esiste, palesemente al Sud e altrove in modo più camuffato. Se questo Niente è frutto di un radicato modo di essere e vivere del Sud, è anche il risultato di mancanze e trascuratezza che provengono dall’alto. C’è chi “annulla” questo Niente emigrando e chi invece sceglie di rimanere. Finisce spesso che chi emigra torna periodicamente solo per gustare ciò che questa realtà offre di bello, e chi rimane si arrangia, si adegua, forse ci prova a dare una scossa a questa terra vivendo probabilmente solo nei sogni la rivoluzione. Sta di fatto che in solitudine nessun uomo cambierà le sorti di un Sud che continua ad esser trattato, e a farsi trattare, come Niente.
1 commento
Pingback: Cinema | Pensieri di cartapesta