PARTIRE DALLA CODA
Line up:
Lucio Perotti e Oscar Pizzo – pianoforte
Antonio Caggiano e Fulvia – percussioni
Quando: 5 Maggio 2012
Dove: Teatro Studio, Auditorium Parco della Musica di Roma
Info:
Ascolta Canto ostinato di Holt
Un incontro casuale e fortunato quello tra Gianluigi Toccafondo, illustratore, e Ten Holt, musicista di spicco del movimento minimalista europeo. La pubblicità della Sambuca Molinari, le copertine dei libri editi dalla Fandango e la sigla animata delle sue produzioni cinematografiche portano la firma di Toccafondo, artista poliedrico diviso tra animazione, illustrazione e pittura. Cittadino torinese, diplomato all’accademia di Urbino dove si trova ora in veste di insegnante, è dagli anni ’80 che la sua creazione artistica si esprime variamente. Partire dalla coda, in scena il 5 Maggio 2012 al Teatro Studio dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, si presenta come un prodigioso contenitore delle varie produzioni animate dell’artista in forma di cortometraggi, riprendendo quelli più noti e datati come La coda, 1989, fino ad arrivare a nuovissime lavorazioni contemporanee.
Le immagini di Toccafondo non vengono mai costruite partendo dal foglio bianco, ma si presentano in qualità di rielaborazioni di fotogrammi preesistenti, come se l’artista non si discostasse dalla realtà ma vi sovrapponesse un mondo più leggero, che sorpassa quello effettivo sbarcando in una dimensione dove il colore rende profondo ogni ritratto, ogni sguardo, dove le macchie cromatiche disegnano sfumate suggestioni interiori ancor prima di rendere evidenti i personaggi protagonisti di queste piccole storie animate.
Un mondo tenero e pittorico raccontato attraverso la metamorfosi del segno, grazie a cui le figure si allungano, cambiano e si colorano morbidamente.
Simeon Ten Holt interviene in questo caso per rendere la creazione visiva un tutto percettivo, allargando la leggerezza dagli occhi a tutto il corpo, grazie a Canto ostinato suonato in versione integrale. Vasta composizione del 1976 della durata di oltre un’ora, l’Ostinato di Ten Holt inverte il senso delle illustrazioni di Toccafondo basandosi sulla ripetitività, che mostra la sua bellezza grazie allo sporadico inserimento di brani romantici in una partitura di per sé appassionata e ipnotica. Suonata da due pianoforti e due grandi xilofoni, la composizione abbraccia la leggerezza delle immagini formando un organismo di spettacolare poeticità, che per oltre un’ora spinge il pubblico alla fuga dal contesto concreto verso un universo emotivo, dove musica e immagini risalgono la memoria fino a trovare uno spazio d’amore.
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