Viene proposta al pubblico italiano la pubblicazione di In algeria: Immagini dello sradicamento di Bourdieu edito da Carocci. Le fotografie del sociologo vengono messe in relazione con alcuni testi scritti durante il periodo della guerra franco-algerina.
Autore: Pierre Bourdieu
Titolo: In Algeria: immagini dello sradicamento
Titolo originale: Images d’Algérie : Une affinité élective
Editore: Carocci
Anno I ed.: 2012
Attraverso la collaborazione tra la Fondation Bourdieu, il dipartimento di scienze umane dell’università di Venezia, il dipartimento di Comunicazione e Economia dell’università di Modena e Reggio Emilia e l’ISTORECO, viene finalmente proposto al pubblico italiano un testo che racconta, attraverso foto scattate dallo stesso Bourdieu (1930-2002), da una parte, un frammento fondamentale della storia algerina e dall’altro i primi passi da sociologo e antropologo dell’autore. Bourdieu è riconosciuto da molti come il più importante sociologo del XX secolo. Una delle caratteristiche fondamentali delle sue opere è la capacità di combinare, in maniera innovativa, metodi di ricerca derivati da diverse discipline. Si è occupato di sociologia, estetica, pedagogia, epistemologia, politica e filosofia del linguaggio.
Facciamo chapeau ai curatori dell’edizione italiana di In algeria: Immagini dello sradicamento in quanto, questa edizione, sopperisce con un’ottima introduzione ad alcune mancanze dell’edizione originale. Infatti, nell’edizione italiana, all’introduzione di Franz Schultheis, ne viene aggiunta una ben più lunga di Andrea Rapini che ricostruisce in maniera didascalica, non solo la presenza di Bourdieu in Algeria, ma anche la storia della guerra d’indipendenza. Attraverso l’accostamento delle fotografie scattate dallo stesso Bourdieu, con articoli e frammenti tratti dalle sue opere, si mette in evidenza una duplice questione. Da un lato si da spazio ad una ricostruzione di quel periodo del pensiero bourdesiano e dall’altro si tenta di tracciare anche una critica estetica delle fotografie bourdesiane sulla base dei nuclei tematici delle sue stesse opere. Il testo è completo di un’intervista di Schultheis dove lo stesso autore mette in relazione il suo modo di intendere la fotografia con i nuclei tematici delle sue opere.
Sono gli anni della guerra franco algerina, Bourdieu dopo una formazione da Normalien philosophe parte per il servizio militare e viene spedito in Algeria. Grazie alla lettura di Levi-Strauss e alla permanenza in Algeria si assiste quindi alla “conversione dello sguardo” di Bourdieu all’etnologia e alla sociologia. Le opere pubblicate in questa fase esaminano il funzionamento del sistema economico pre-capitalista – rapporto con il tempo, con il calcolo, con la previsione e la questione degli scambi non mercantili – e conseguentemente ne esaminano il definitivo passaggio a una struttura economica di tipo capitalistico. Attraverso un’indagine empirica condotta su base statistica, Bourdieu procede allo studio dei cambiamenti introdotti nella società pre-capitalistica rurale a causa dell’inserimento forzato in un sistema economico monetario. Già in questa fase si sviluppano alcuni fra i nuclei teorici fondamentali del pensiero bourdesiano. Il primo di questi è il superamento della falsa dicotomia soggettivo/oggettivo che porta alla teorizzazione del concetto di habitus. L’analisi dell’esperienza temporale fra i contadini della Cabilia è il primo passo in questa direzione.
L’accostamento delle fotografie con i testi viene strutturata seguendo opportuni gruppi tematici come ad esempio Habitus e habitat, Uomini-Donne, Contadini sradicati, Economia della miseria ecc. Il testo si chiude con un’utile postfazione di Adolfo Mignemi dal titolo Appunti sul laboratorio di Pierre Bourdieu. Un testo fondamentale per chi voglia approfondire questo pensiero del pensiero bourdesiano e decisamente divertente per chi invece voglia, per la prima volta, avvicinarsi al pensiero del sociologo francese.