Dal 24 gennaio al 3 febbraio Francesca Bern, per un progetto con Francesco Villano, è in scena alla Casa delle Culture con un omaggio alla scrittrice Irène Némirovskj. Le contraddizione che segnano una Parigi degli anni ’30 s’infrangono con lucida ironia nel segreto gesto di rivolta di una ragazzina di quattordici anni, figlia del bel mondo.
Sonata per ragazza sola
Regia: Francesco Villano Con: Federica Bern Scene: Fiammetta Mandich Costumi: Rachele Bartoli Luci: Fulvio MelliDal 24 gennaio al 3 febbraio 2013 – Casa delle Culture, Roma
Dopo la residenza a dicembre al Teatro Valle Occupato con Piccoli pezzi poco complessi, spettacolo affilato sui problemi di bioetica, riproduzione e automazione aperti da Michel Houellebecq nel suo Particelle elementari, ed il laboratorio Da oggetto a soggetto – che ha incrociato gli spazi liberati di Macao a Milano, del Teatro Garibaldi a Palermo e dell’Ex Asilo Filangeri a Napoli -, la compagnia Inbalìa torna a Roma con un altro saggio di raffinatezza ed ironia. Sonata per ragazza sola comincia con una spietata invettiva contro la generazione precedente, attraverso gli occhi di Antoinette, una quattordicenne parigina degli anni ’30 che non riesce a spiegarsi le proibizioni, gli obblighi e i rinvii degli adulti, e piuttosto che obbedire e tacere, organizza una silenziosa vendetta.
Non è solo la voce di Antoinette a mandare in frantumi l’universo degli affaristi e del bel mondo. La vendetta di Antoinette colpisce principalmente sua madre, che le impone di aspettare per essere felice, di prestare ad altri, nel presente, quella parte di felicità che le spetta, per un futuro di dorata socievolezza e relazioni affettate di formalità. Lo stesso mondo materno si riduce ad una deflagrazione di verbosità davanti alla vendetta di Antoinette. L’interpretazione di Federica Bern riesce a distinguere le due voci così diverse: della madre che spera in una nuova verginità sociale, che cerca davanti allo specchio un’espressione non segnata dal tempo, che possa coronare l’ascesa in borsa del marito-relitto Alfred, aspettativa che converge nel nodo dello spettacolo, una grandiosa soirée, una festa, un debutto davanti alla sfavillante società di marchesi veri e presunti; di contrappunto la voce sfacciata di chi aveva un compito preciso, andare all’ufficio postale per consegnare gli inviti per la festa, ma che in una indignazione cieca per la libertà degli adulti, tra la fantasticheria e la crudeltà, lascia cadere questi inviti preziosi in un angolo di dimenticanza. Tutta la grandiosa organizzazione della festa diventa agli occhi dello spettatore un’ ascesa al fallimento della madre, e con lei, di tutto quell’ordine falso così detestato da Antoinette che in fondo non si chiede altro se non, che cosa e perché bisogna aspettare per innamorarsi? Per affacciarsi dal ponte, fermarsi a guardare la vita nei caffè, prendere parte alla festa, perché le viene imposto di restarne esclusa?
Sonata per ragazza sola rende omaggio a Iréne Nèmirovskj, scrittrice e poetessa, solo di recente apparsa in Italia per Adelphi, che ne sta pubblicando tutte le opere. Questa scrittrice prolifica, ironica, spietata, dalla straordinaria capacità di descrivere le passioni e i comportamenti umani, merita una lettura attenta, interrotta a volte da sorrisi impossibili da smorzare.