Julia Klemm è un’artista tedesca, che ha scelto la capitale italiana come fucina di sperimentazioni. Personalità versatile, capace di sperimentare con la carta e la ceramica, cimentandosi con la terza dimensione, ci racconta del suo viaggio a Roma e delle differenze dell’ambiente artistico tra Italia e Germania.
L’artista ha infatti partecipato alla mostra Romance 1 -che Pensieri di Cartapesta ha seguito- tenutasi presso la Gallery of Art della Temple University di Roma: la sua opera era ciò che rimaneva di una disinstallazione avvenuta negli spazi de La Situazione Act un paio di mesi prima. Qui l’artista incentrava la sua ricerca sulla percezione della natura, incollando fotografie della Terra (vista con google map) su cartone.
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Carmen Capacchione: Why did you choose to have an experience in Rome?
Julia Klemm: I probably had my first-ever cultural shock during my first visit to Rome. For a longer period of time I wanted to experience the intensity of it, which I found very enlivening too. In addition I found something in Rome , which I had been missing in Munich. I like the way the people show their emotions and get in touch with one another. The architecture also allowed me to experience three-dimensionality in a whole new way, provided insights and inspiration. The city is very organic, emotional and spontaneous, aspects I wanted to implement into my life and my artwork. Thanks to Giuliana Stella I quickly found access to the local art scene.
C.C.: What do you think about this city and one’s art setting?
J.K. : I find the art scene in Rome very lively and ambitious.
C.C.: Are there many differences in the art setting between Italy and Germany?
J.K.: I think this depends to a great extent on the city and the structures and influences it provides. Berlin for instance, provides much more opportunities in terms of free space for alternative uses. Munich is better in terms of rules and order, which you can more or less rely upon, whereby this can pose limitations too. However, there are many opportunities for financial aid here in Munich, for students during their studies and also after that. On the other hand people in Rome are much more accessible and communicative, which makes it much easier to get to know people, exchange ideas and inspirations and to develop something together. Personally I like both working environments. The well-known structures in Munich makes many things easy, but Rome poses other challenges and promotes the development of new skills.
Traduzione:
C.C.: Perchè hai deciso di fare un’esperienza a Roma?
J.K.: Forse il mio vero e proprio shock culturale è avvenuto proprio in questa città. Per un lunghissimo periodo ho voluto sperimentare l’intensità di Roma, che si è rivelata subito piena di vita. Inoltre qui ho trovato qualcosa, che credo avessi perso a Monaco. Mi piace il modo in cui la gente italiana esprime le proprie emozioni ed entra in contatto con gli altri. Inoltre l’architettura mi ha permesso di sperimentare la terza dimensione in un modo nuovo, fornendomi approfondimenti e ispirazioni. Per di più la città di Roma è molto organica, emozionante e spontanea, aspetti la cui presenza ritengo fondamentale nella mia vita e nel mio lavoro. L’accesso al mondo dell’arte romana è stato abbastanza veloce, soprattutto grazie alla curatrice Giuliana Stella, che ha creduto in me e nei miei progetti.
C.C.: Cosa ne pensi dello scenario dell’arte romana?
J.K.: Trovo che l’ambiente romano sia molto vivo e ambizioso.
C.C.: Ci sono molte differenze tra l’ambiente dell’arte di Roma e della Germania?
J.K.: Credo che questo dipenda maggiormente dalla città, dalle strutture presenti in essa che generano a loro volta influenze diverse. Berlino per esempio offre molte più opportunità in termini di spazi aperti, destinati ad usi alternativi. Monaco è migliore per quanto riguarda le leggi, che puoi più o meno invocare, visto che pongono anche dei limiti, ma allo stesso tempo offrono molte opportunità dal punto di vista economico; per esempio i giovani che studiano possono chiedere ed ottenere facilmente dei finanziamenti, e in alcuni casi possono farlo anche una volta concluso il proprio ciclo di studi. Dall’altra parte però la gente a Roma è più aperta e comunicativa, e questo facilita la conoscenza tra le persone, lo scambio delle idee e delle fonti d’inspirazione, e la possibilità di sviluppare qualcosa tutti insieme. Personalmente mi piacciono entrambi gli ambienti di lavoro. Le strutture che ben conosciamo a Monaco facilitano molte cose, ma Roma pone altre sfide a promuove lo sviluppo di nuovi talenti.