Nell’ambito del Factory – spazio giovani Roma Capitale – il Festival della Creatività, ospitato al MACRO, mette in luce il progetto fotografico di Rosa Catalano intitolato “Man Sized – A misura d’uomo“. La giovane artista, ispirandosi ai cinque concetti – Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Molteplicità e Visibilità – che Italo Calvino affronta in “Lezioni Americane – Sei Proposte per il prossimo Millennio”, ci presenta altrettanti scatti che rappresentano molto di più di una fotografia. Quest’ultima benché sia qualcosa di materialmente definito, al suo interno racchiude altri mondi, rappresenta un concetto, uno scoprirsi, tanto più che per Calvino il ritrarre o il fotografare non è nient’altro che «produrre un’immagine di se stessi». Arte in poche parole. Moltitudine racchiusa in altre parole.
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Andrea Palazzi: Cosa ti ha spinto ad entrare in questo racconto? Perché è di racconti che stiamo parlando esatto?
Rosa Catalano: Si, esatto. Innanzitutto una fotografia é per me un racconto e la storia che contiene, una prerogativa. Non può prescindere da essa, né può avvenire il contrario. La scelta di rappresentare un libro, nel caso specifico il libro di Calvino, non é stato un pretesto per elaborare un progetto artistico, al contrario. È stato tutto molto spontaneo. Ero al cinema con un amico, si parlava di libri letti, testi da leggere, autori che si amano. Calvino è fra i miei preferiti, tuttavia non conoscevo Lezioni Americane. Mi è stato prestato il libro e non è mai più tornato indietro. Ho sentito l’esigenza di fare miei i concetti che il testo affronta, volevo assimilarli, per poterli utilizzare nel quotidiano, in diversi ambiti. L’ho letto più volte, ma non bastava. La fotografia è il mio miglior mezzo per comprendere le cose, necessita un’attenzione maggiore rispetto ad una nuda osservazione. Volevo capire a fondo cosa significassero (per me): Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Molteplicità e Visibilità, e per farlo dovevo dargli una forma o un’immagine; plasmarli, in qualche modo.
A. Palazzi: Ogni concetto affrontato da Calvino nelle sue lezioni si può accostare ad una sua opera. Ad esempio Il Barone rampante è associato alla Leggerezza, Il Sentiero dei nidi di ragno alla Rapidità. Ecco, è così anche per te? O meglio, cosa c’è di Rosa Catalano dietro ogni singola foto in questione?
R. Catalano: Posso affermare che tra tutti i lavori e le opere realizzate finora, questa è decisamente quella che più mi rassomiglia. C’è tanto di me, in ognuna di esse. Dalla passione per i cavalli al rapporto quasi indissolubile con la natura e le sue forme; l’idea del viaggio e il vagabondare senza vincoli, che caratterizzano molto il mio stile di vita…nonché la fantasia, dunque la relazione con l’arte e la dualità. Direi che è un’opera autobiografica.
A. Palazzi: Per concludere voglio confessarti che, se non ci fosse stata la didascalia sul lato stretto dello spazio a te dedicato, avrei fatto un accostamento diverso tra foto e concetto. Forse perché l’emozione non è definibile ma è data dall’interazione. Poi però ho scoperto che la tua visione mi ha affascinato ed ha raggiunto quell’irraggiungibile sovrapposizione tra esatta posizione e giusta dimensione. Più leggero, rapido, esatto, molteplice e visibile di così non era proprio possibile. Sarebbe bello però, e giusto, dedicare più spazio e più luce a questo tuo progetto, davvero evocativo.
«Il vedere non è che l’essere visti».