In occasione dell’apertura del loro primo tour musicale, interamente autoprodotto, volto alla promozione del loro EP Coincidence, incontriamo per la prima volta sul palco del Blues Open, noto Music Club della provincia di Roma sito nella suggestiva cittadina etrusca di Cerveteri, i The Grey Rock Trio.
Artista: The Grey Rock trio
Album: Coincidence
Dove: Blues Open
Quando: 31 maggio 2013
Info:
The Grey Rock Trio su Facebook
Ascolta:
Sofia Grassetti: Bene ragazzi, complimenti! Una serata sicuramente ben riuscita. Siete giovani e ben “armati”. Cosa vi porta fin qui e quali sono i vostri progetti da band emergente?
Pierpaolo Tamburrini: Ci porta fin qui la passione per la musica e la grande voglia di esibirci live. Il contatto con il pubblico ci insegna molto. I live ti insegnano, ti arricchiscono e ti portano su una dimensione di approfondimento ed arricchimento personale. Puntiamo sui live assolutamente. Anche se in Italia, e soprattutto nella provincia, le cose sono un po’ complicate.
S.G.: Perché sono complicate?
P.T.: Perché quando ti proponi come band emergente e quindi hai pezzi originali, c’è timore ad investire su di te. Sei nuovo, non ti conoscono e trovare chi investe su di te non diventa facile.
Ho vissuto in Australia per un bel po’ di tempo e le cose vanno diversamente. Le band emergenti possono suonare anche 3-4 volte alla settimana, magari percepiscono un cachet inferiore, ma possono suonare e avere visibilità. Noi ci stiamo auto producendo. Facciamo lavori diversi, ma la musica è la nostra attitudine alla vita. Dalla prima esperienza che ho avuto a casa di amici ho appreso che la musica mi rappresentava e mi sono sentito da subito un musicista, magari non avrò studiato, ma lo sento nella mia natura.
S.G.: Avete delle sonorità affini a grandi band come Pearl Jam, Nirvana, Stone Temple Pilots. Quali sono le band che hanno influenzato il vostro progresso musicale? Riporterete il grunge in Italia?
P.T.: Il nostro obiettivo è crescere come band e farlo soprattutto attraverso i live. Siamo molto legati al grunge, ma non denigriamo altri generi. Io amavo i The Doors e Marco (riferendosi al bassista) era legato ai Police ad esempio. Il grunge ci rappresenta molto, perché, come ben sai, non è solo un genere musicale, ma un qualcosa che hai dentro e da cui devi farti trasportare.
In questo periodo sono affascinato da Dave Grohl, dei Foo Fighters, ha una gran bella voce e sa fare bella musica.
S.G.: Bene ragazzi! Per quanto riguarda i testi delle canzoni chi li compone?
P.T.: Scrivo io (Pierpaolo)! Sono molto legati ai miei testi. Parlano dell’amore per la vita, per i viaggi, delle parentesi della vita che non ti devono ancorare al passato, ma far vedere in un’altra ottica il futuro. Mi trovo meglio a scrivere in inglese, perché ho cominciato a scrivere tanto quando ero giù (in Australia) e ho continuato così. Lo trovo più semplice per me. I testi delle canzoni sono molto importanti.
S.G.: Sono importanti è vero. Che messaggi volete trasmettere al pubblico?
P.T.: I testi sono importanti, perché quando canti è come immaginarsi nudi su un palco con un pubblico cieco ed anche se tu sei intimidito dalla situazione in quel momento la musica, la canzone le parole saranno i vestiti di cui ti coprirai ed unica cosa che la gente si ricorderà di te.
S.G.: Vi ringrazio ragazzi per la serata entusiasmante che ci avete regalato e per tutto quello che avete condiviso insieme a noi. Speriamo di rivedervi presto su un palco e rivivere cose ancor più belle.
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