Titolo: Big City Life
a cura di 999Contemporary e Invasioni Digitali
1 maggio 2015
Luogo: Tormarancia
Da una parte abbiamo Big city life, l’ormai celebre progetto di arte urbana a Tormarancia, ideato da 999Contemporary che ha chiamato più di ventri street artists a collaborare per il quartiere. Dall’altra invece c’è Invasioni digitali, un progetto di scala nazionale, rivolto a diffondere la cultura digitale e l’utilizzo degli open data e a formare e sensibilizzare le istituzioni all’utilizzo del web e dei social media. Il felice incontro è avvenuto lo scorso primo maggio, sotto il denominatore comune che li contraddistingue: la partecipazione.
Uno dei tantissimi incontri dei dieci giorni di Invasioni digitali, infatti, si è svolto proprio al primo lotto del quartiere popolare Tormarancia, dove i curatori del progetto di street art insieme ad alcuni degli stessi artisti hanno personalmente guidato gli “invaders” in una visita informale per conoscere le opere che ormai caratterizzano le venti facciate di edilizia popolare.
Regola degli “invaders” è bombardare il web e i social network con le immagini del luogo invaso, per comunicarli, per divertirsi ma soprattutto per puntare lo sguardo su un mondo, quello digitale, attraverso il quale realizzare progetti innovativi rivolti alla co-creazione di valore culturale. Ciò che appare fin da subito notevole e che rende questa “Invasione”, forse più di altre, significativa è il rapporto viscerale tra la street art e la sua rappresentazione.
Osservare, fotografare e pubblicare in rete un’immagine di street art, come hanno fatto gli “invaders”, non è solo condividerla, ma entrare a far parte del suo stesso processo artistico e alimentarlo; perché la street art è per sua natura sintesi dell’oggetto in sé e della sua rappresentazione. L’opera non si esaurisce certo nell’intonaco su cui si posa lo spray dell’artista, ma fa, al contrario, della sua comunicazione e divulgazione il vero fulcro. Perciò le foto raccolte sotto #invaditormarancia, l’hashtag di riferimento dell’evento, hanno forse un valore aggiunto.
Poco o nulla importa che chi lo abbia alimentato ne sia consapevole, che gli “invaders” fossero lì per profondo interesse, per caso o semplice curiosità; la rivoluzione digitale è forse anche questo: diffusione, apertura, incroci, incontri.