Dente – Io tra di noi Tour
Musicisti: Giuseppe Peveri – voce e chitarra
Andrea Cipelli – pianoforte e tastiere
Nicola Faimali – basso e contrabbasso
Gianluca Gambini – batteria
Quando: 13 dicembre 2011
Dove: Piper Club – Roma
La scritta Piper, con il suo glorioso passato, campeggia su una timida fila che scorre via facilmente. È la serata di Dente che ha scelto proprio il famigerato club romano per presentare al pubblico capitolino il suo nuovo album Io tra di noi. Una certa curiosità ma anche una latente e tuttavia potente nostalgia ci accomunano. Pare sia tipico dei giovani guardare con occhi sognanti al passato non vissuto e tornare su quei luoghi simbolo di un’epoca con una certa ritualità. Il concerto di Dente è l’occasione perché passato e futuro si incontrino in un intimo presente, un po’ sottosopra, dai contorni sfumati.
Giuseppe Peveri non si sottrae al rituale della nostalgia. Con i suoi Ragazzi tristi nell’anonimato di una parrucca (sebbene barba e occhiali fossero riconoscibilissimi) presta la sua chitarra a qualche pezzo di quella memorabile Italia che fu –Ragazzo triste appunto, Datemi un martello-. Una certa ilarità si diffonde tra il pubblico: il presunto gruppo spalla affronta con dichiarata e non celata ironia il suo compito revival e così anche noi ci caliamo nella parte e diventiamo protagonisti e spettatori allo stesso tempo di questo tuffo nel passato.
Eppure il futuro è già sul palco: Dente con fare disinvolto e un po’ sornione interpreta al meglio il ruolo di protagonista della cosiddetta leva cantautorale degli anni zero. Si sa, Dente non parla del noi sociale, Dente parla di se stesso, dei suoi fumosi scorci di quotidianità, di ordinaria intimità, di sentimenti taciuti, mettendo in musica pezzi reali (o chissà immaginati) della sua vita; eppure ciò non toglie forza a quello che in un certo senso diventa una specie di racconto generazionale. Siamo quelli dal Piccolo destino ridicolo, quello in cui l’amore viaggia attraverso i fili dell’ADSL, rifuggendo da ogni complicazione, alimentato dal fuoco spento della noia. Le parole in musica di Dente diventano allora le parole, quelle che noi stessi non sappiamo trovare, e i racconti, fotografie del nostro passato o istantanee del nostro presente in cui a risaltare è un solo colore circondato da un grigiore monocromatico. E se nel precedente tour -e album- questa vena intimista era assecondata da una veste molto minimal data alle canzoni -per lo più chitarra/voce- ora Dente si avvale di una band al completo, arrangiamenti ben costruiti e un pubblico che partecipa visibilmente.
Non c’è sicuramente niente di nuovo nel cantare l’amore; certo è, però, che Dente sa farlo guardando senza dubbio al passato e soprattutto facendosi interprete ricettivo e creativo del modo in cui oggi si vive, si soffre e si rincorre il reciproco sentimento. E quando affida il finale a Vieni a vivere come me sembra regalare l’occasione affinché tutti possano cantare la propria voglia di amare e di essere amati. Per la noia non c’è più posto.