In occasione dell’uscita del suo primo album Goldfoil e dei suoi primi live da solista, la redazione di Pensieri di Cartapesta ha intervistato Adriano Viterbini cantante e chitarrista dei Bud Spencer Blues Explosion.
Goldfoil è il primo album di Adriano Viterbini, chitarrista e vocalist della band romana Bud Spencer Blues Explosion, e sta già facendo parlare di sé in tutta Italia. Questo non stupisce per nulla visto che Viterbini non è apprezzato soltanto come componente dei BSBE, ma anche per la sua evidente abilità con la chitarra.
Il disco è composto di dodici tracce strumentali che alternano reinterpretazioni di pezzi famosi a nuovi brani. è il percorso naturale di un chitarrista che decide di fondere le proprie muse ispiratrici con se stesso, diventando così parte di esse. Nel disco, infatti, non riecheggiano soltanto lo stile di Ry Cooder, di John Fahey o di “Blind” Willie Johnson, ma, soprattutto, vi è lo stile di un Viterbini che ha imparato a leggere dentro se stesso. Da Immaculate Conception a Vigilante Man sembra di assistere a una jam session i cui protagonisti sono interpretati contemporaneamente dalle mani di un solo uomo.
Viterbini è anche una persona molto disponibile e ha accettato di essere intervistato per parlare insieme di questo suo lavoro.
Link al sito ufficiale Ascolta Vigilante Man Ascolta Style O Blues
Anna Maria Parente/ Ciao Adriano, innanzitutto grazie per aver accettato di rilasciare questa intervista per Pensieri di Cartapesta.
Adriano Viterbini/ Grazie a te!
AMP/ Ormai il tuo nome è molto conosciuto in Italia e non solo per i Bud Spencer Blues Explosion, ma anche per le tue collaborazioni con numerosi artisti e per il tuo Goldfoil.
Ho avuto modo di seguire qualche live dei BSBE, per questo l’idea di ascoltare il tuo album solista mi ha allettato molto. Goldfoil è un progetto recente o era stato “covato” già da tempo?
AV/ Goldfoil nasce dall’esigenza di fermare nel tempo alcune inflessioni musicali da cui sono stato rapito negli ultimi due anni. Non avevo mai pensato di fare un disco da solista, al di fuori della mia band. Questa mia prima opera in solo è frutto anche del mio avvicinamento al mondo dei dischi in solitaria, strumentali… ho ascoltato tantissimi album di chitarra solo… il percorso è stato naturale.
AMP/ Essendo un’amante di Ry Cooder, ho trovato geniale Vigilante Man. Sei riuscito a riprendere il ritmo della canzone originale di Woody Guthrie, accompagnarla con gli echi infiniti della chitarra di Cooder e renderla allo stesso tempo personalissima. È molto difficile creare una cover ben riuscita e tu ce l’hai fatta egregiamente, quali sono le idee sulle quali ti sei basato per ottenere questo risultato?
AV/ Grazie mille, in realtà nel brano l’influenza di Cooder è fondamentale, soprattutto nelle sue versioni live… il momento che amo di più è il solo, perche riesce a farmi venire i brividi ogni colta che lo ascolto. In più volevo dare al brano quel battito un po’ black keys …con un suono grezzo e minimale all’osso.
AMP/ Domanda banale ma complessa: cos’è per te il blues?
AV/ Blues=libertà, grazie a questa musica/attitudine ho trovato una strada, e un posto al mondo. Il blues è eterno, non ha confini, è musica di tutti e per tutti, semplice, ritmata e piena di passione.
AMP/ Riguardo te: da quanto tempo suoni e quali sono i musicisti che ti hanno sempre ispirato?
AV/ Ho cominciato a suonare la chitarra a dodici anni, i musicisti chi mi hanno folgorato, sono stati Ry Cooder, Chris Whitley… poi ho ascoltato tantissimo grunge, hardcore … ecc.ecc.
AMP/ Se ti dovessi auto-collocare in una casella della musica italiana contemporanea, dove o vicino a chi ti metteresti?
AV/ mmm credo che la parola “Blues” sarebbe la prima casella che sceglierei…la seconda forse “Rock”…mi piacerebbe essere vicino ai Verdena, che adoro.