di Ivan Bellavista con Ivan Bellavista, Sandra Conti e Matteo Di Girolamo scena Giovanni Camillò trucco Marianna Camillò foto Martina Santoro video Luca Bellavista macchinista Andrea Zanarini produzione Ivan Bellavista 14 Gennaio, Teatro dell’Orologio, Roma
Moliere che dal regno dei morti parla con una voce fuori campo ai tre attori, Ivan Bellavista, Sandra Conti e Matteo Di Girolamo, lamentandosi del modo in cui hanno stravolto la sua opera, il Don Giovanni, è il punto più elevato dell’ironia e dell’autoironia dissacrante che permea l’intera ora dello spettacolo. Siamo nelle fasi conclusive della pièce e il pubblico della piccola ma molto calda e accogliente Sala Gassman del Teatro dell’Orologio, sold out per l’occasione, continua a ridere e ad apprezzare l’ottimo lavoro svolto sul palco.
Non ci sono particolari giochi di luce né musiche in sottofondo, c’è solo la perfetta esibizione degli attori capaci di ridicolizzare Moliere, prendere il Don Giovanni, stravolgerlo, cambiare registro continuamente passando da frasi in dialetto romano e napoletano a brani dell’opera del grande autore seicentesco, addirittura con un breve accenno al Don Giovanni di Mozart, interpretando i classici Don Giovanni, Sganarello e Donna Elvira per poi passare a tre persone del pubblico che si lamentano dello spettacolo con un’autoironia efficace e pungente.
Don Giovanni viene prima strappato dall’opera del grande autore francese e poi gettato nella mischia di un talk show presentato da un funambolo, Sganarello, e accompagnato da Donna Elvira. L’effetto che ne deriva è incredibilmente efficace. Tra jingle, pubblicità, vita privata e storie d’amore raccontate col solo fine di poter apparire davanti ad una telecamera, l’intento, decisamente riuscito, è quello di una parodia della televisione e della superficialità che pone l’apparire al di sopra dell’essere.
Moliere immaginario è uno spettacolo interessante ed esilarante e il merito, oltre al testo, va all’interpretazione dei tre attori in grado di stravolgere Moliere e il suo Don Giovanni senza che ciò risulti offensivo per i palati fini dei cultori del teatro classico. Sono riusciti a ridere, far ridere, deridere con un’ironia e una sagacia non semplici da mettere in scena e mostrando delle ottime doti tecniche che hanno impreziosito lo spettacolo regalando agli spettatori un’ora di piacevole evasione dalla realtà.