Dove Sapienza Università di Roma, pz.le Aldo Moro
Quando lunedì 30/06/2014
Artisti MAT trio | Antonello Salis | Greta Panettieri | MuSa Jazz Orchestra
Nel pieno dell’Estate Romana, con i suoi grandi eventi in cui spesso l’elenco delle istituzioni patrocinanti supera in lunghezza la programmazione proposta, le esperienze di autorganizzazione e autogestione continuano a dare dimostrazione di come la lotta per l’affermazione di una causa e la capacità di promuovere iniziative culturali abbiano raggiunto un sodalizio efficace e costruttivo. Con l’iniziativa Jazz in Sapienza – organizzata dai collettivi di diverse facoltà universitarie per sostenere lo sviluppo di piccoli progetti di ricerca indipendenti – l’essenza del progetto degli organizzatori si è incarnata nelle note di una musica per cui la “ricerca libera e indipendente” rappresenta un principio fondamentale.
Alle spalle della Minerva il palco, rivolto all’imponente scalinata del Rettorato sottratta al vuoto quotidiano da un pubblico numeroso e interessato. Apre il concerto la MuSa Jazz Orchestra, diretta dal Maestro Silverio Cortesi: un progetto che vive della passione di studenti, ricercatori, professori, e che raggiunge – percorrendo un repertorio vastissimo che va dagli standard americani alle più ballabili Tequila e Mambo n°8 – risultati “da professionisti”, tanto nel suono d’insieme quanto nell’espressione dei solisti (da segnalare il sax tenore di Federico Cecili, oltre al soprano dell’ospite Mauro Pallagrosi, tra gli organizzatori della serata).
Il rapido cambio palco determina un capovolgimento di atmosfera e sonorità, e i colori abbastanza tradizionali della big band vengono rimpiazzati da sfumature decisamente più astratte. Sale sul palco il MAT trio, che con il sax di Marcello Allulli, la chitarra di Francesco Diodati e la batteria di Ermanno Baron, unisce tre musicisti ampiamente dediti alla sperimentazione, consentita e sostenuta da solide radici nella musica – jazz, ma non solo – del secolo scorso. A completare il quadro due ospiti d’eccezione: Antonello Salis, fisarmonica e tastiera, e la voce di Greta Panettieri. Il discorso musicale si sviluppa in un’alternanza di frasi dure, distorte, complesse, e di periodi dal respiro più ampio e cantabile. Il trio mantiene un’unità di suono compatta, in cui Salis – con uno stile e un fraseggio “sopra le righe” – riesce a riempire gli spazi in maniera perfettamente coerente con gli sviluppi di ciò che lo circonda. Specularmente, la voce viene suonata in totale libertà, senza limiti nell’estensione, nel timbro o nella costruzione delle frasi, oltrepassando ampiamente i confini della categoria «voce» così come siamo abituati a concepirla. Il coinvolgimento del pubblico, nella conclusiva Besame mucho, chiamato ad armonizzare semplici melodie sui soli che fanno da coda al brano, è l’atto conclusivo di uno spettacolo che scardina un luogo comune tanto forte come quello che vede nel jazz una musica di nicchia, incapace di comunicare con un pubblico di non intenditori.