Jes! è un progetto che, per favorire il rinnovamento dei modelli d’impresa precostituiti, unisce la creatività alla comunità territoriale.
Il cuore del progetto è l’Agenzia Interstiziale, così definita perche si colloca nelle fenditure tra creatività e lavoro, alla ricerca di quei vuoti, sociali, urbani ed economici, presenti in ogni città.
Team: Federico Bomba, Sabrina Maggiori, Alessia Tripaldi, Carla Marinelli
Dove: Studio per le Arti della Stampa – Jesi
Quando: 12 luglio 2013
Info: info@jesplease.it / www.jesplease.it
Non si può negare: Gilles Clement e il suo Manifesto del terzo paesaggio ha fatto scuola. Sono numerose e diffuse in tutti i campi del fare e del pensare creativo le declinazioni che il saggio filosofico, edito nel 2005 da Quodlibet – casa editrice marchigiana proprio come i promotori del progetto Jes! – e destinato all’architettura del paesaggio, ha avuto negli ultimi anni.
Ma cosa è il paesaggio? Cosa è l’architettura? Andando alle radici del senso è organizzazione dello spazio. Quindi, si discute di organizzazione e di spazio. Si discute di Jesi: cinque tavoli. Venti minuti per tavolo. Tre turni, ogni turno una domanda. Un processo partecipativo informale e non convenzionale per capire i bisogni e i vuoti della città, rivolto agli artisti, artigiani e imprenditori che vogliono confrontarsi per rileggere le caratteristiche e valorizzarle creativamente. Si inizia con due pennarelli: il rosso per le criticità e il nero per il neutro/positivo a cui si aggiungono altri colori per le ipotesi di sviluppo (verde) e le proposte creative (blu). Un coordinatore racconta il cartellone scritto al turno successivo. Partecipa «in qualità di cittadino» l’assessore alla cultura.
Domande
- cosa significa vivere a Jesi?
- quali sono i potenziali fattori di sviluppo?
- come sviluppare questi fattori in modo creativo?
Di seguito e sinteticamente gli esiti del percorso di ragionamento sull’esistente, basato sulla fissazione dei concetti e caratterizzato da influenza reciproca e migrazione.
- Riconversione culturale di tutti gli spazi vuoti, creando una ragnatela di attività artistiche.
- Fare squadra nella valorizzazione enogastronomica e turistica delle ricchezze di cui il territorio è ricco.
- Riqualificazione dell’educazione e del patrimonio storico-artistico: la bellezza é una radice identitaria.
- Farsi appartenere dalle eccellenze e stimolare l’interazione tra queste, le idee e il background territoriale con la formazione.
- Investire risorse, disponibilità ed energie sull’ascolto e la comunicazione reciproche.
- Valorizzazione dello spirito sportivo strozzato dalla miopia burocratico-amministrativa.
- Semplificazione burocratica attraverso le arti visive: conoscenza normativa realizzata attraverso il medium visivo.
- Direzione artistica diffusa tra operatori culturali.
In generale, risulta chiara l’esigenza di una strategia organica dell’esistente attraverso l’impegno, la partecipazione, il fermento giovanile, le sinergie con la scuola, la diversificazione industriale collegata con la formazione. Fare rete tra tradizione e innovazione, aggregare e gestire in condivisione gli elementi di sviluppo della civiltà: cultura, storia, contemporaneità, luoghi. I cittadini stessi sono le vere antenne del territorio che approfondiscono conoscenze, accumulano materiale utile al ragionamento cittadino e, riflettendo e condividendo punti di vista, utilizzano qualitativamente la quantità delle risorse.
E, probabilmente, hanno già scritto il loro manifesto.