koba|madre guerra
Madre Guerra è l’esordio musicale dei Koba, band lombarda indie rock, dalle influenze alternative e new wave.
Album: Madre Guerra
Band: Koba
Etichetta: autoprodotto
Anno: 2016
Ascoltando le 4 tracce dell’ EP ci si rende subito conto che Madre Guerra è la rappresentazione di una generazione; qualcosa che parla di guerre, che siano di cronaca o interiori poco importa – Madre Guerra – , di salvezza adolescenziale, da cercare in stanze solitarie o in droghe e alcool – La mente di Sara –, di riflessioni atte a indovinare la strada giusta da prendere – Tiresia – , di misteri e di promesse, di aspettative deluse, di desideri da incoronare – Enigma – .
Forse a primo impatto potrebbe sembrare qualcosa di troppo pesante per l’età media della band, sulla ventina, ma non è così, anche perché il tutto viene fatto con una naturalezza impressionante, che testimonia proprio il fatto che le nuove gioventù stiano crescendo in fretta e che cerchino, nei casi fortunati, di alleggerirsi attraverso l’arte, la musica, lo sfogo e la liberazione che essa concede. Ben venga.
Personalmente ho avuto il piacere di ascoltarli dal vivo, e poi di acquistare l’EP (iter preferibile per qualsiasi ascoltatore a mio parere), e subito ho avuto chiara la direzione e l’intensità propria di questa band. Hanno un groove energico, ricercato e diretto, rappresentato da una voce leggera e potente, profonda e chiara, che davvero ti incolla le orecchie al palco. Probabilmente il tutto è figlio di ascolti degli anni 2000, ma nascosto tra le righe c’è anche qualche riferimento agli anni ’70, al rock d’oltremanica e a quello nazionale, in questo caso più inteso come prog che come rock soltanto. Tutto ovviamente rinfrescato di gioventù, con linee melodiche dalla metrica particolare e caratterizzante, e belle, intense, varianti musicali.
Un disco che sa di novità, che sfida quell’ostentata originalità che sempre si va cercando nella musica italiana. C’è poco da essere originali, bisogna emozionare e i Koba lo fanno bene.
È palese che i buoni primi passi debbano essere un incoraggiamento a continuare, a trasformarsi, come natura vuole, da acerbi a maturi.