Alla Festa del Cinema LGBTQ di Roma, domenica 25 Novembre, è stato proiettato Kommt Mausi Raus?!, opera prima dell’esordiente Angelina Maccarone che in questa pellicola racconta la difficoltà di fare outing per chi proviene da un piccolo centro.
Kommt Mausi Raus?!, di A. Scherer e A. Maccarone, 89′, Germania 1995
Sceneggiatura: Angelina Maccarone
Fotografia: Jochen Radermacher
Suono: Paul Shigihara
Produzione: Elisabeth Müller
Interpreti: Julia Richter, Nina Weniger, Alexandra Wilke
Un treno che va, l’altro che viene. Una ragazza arriva nella grande città con i capelli lunghi e l’aria spaesata; la stessa ragazza torna nel paesino a trovare sua madre, l’aria indipendente, i capelli accorciati e rosso fuoco. Katie è una giovane lesbica. Quando arriva ad Amburgo non riesce a dirlo nemmeno a se stessa e crede che ogni suo gesto sia la rivelazione di un’identità sepolta a forza. E’ cresciuta in un ambiente stagnante, dove regna il pregiudizio. La sua riservatezza si scontra presto con la disinibita realtà cittadina, dove fare outing va quasi di moda. Katie incontra Jamiko, il grande amore. E’ evidente la differenza con cui le due giovani vivono il loro sentimento: una è accorta, l’altra non accetta di doversi nascondere. Litigano per questo, ma Amburgo è libera, non ha tentacoli e presto Katie si rilassa pur avvertendo sempre il fantasma delle sue origini: deve dirlo alla madre, così un giorno sale su un treno e senza un’idea ben precisa torna a casa.
Quando Katie arriva conosciamo il suo passato fatto di strade sterrate, di gente che si conosce e che da sempre condivide le proprie storie con i compaesani. Amburgo sembra lontanissima ma lei ha imparato ad essere coraggiosa e sua madre quasi ci sorprende nel mostrarle comprensione. Non è poi così grave quello che sua figlia le ha confessato, ma in realtà la donna si preoccupa solo che nessuno sappia, in modo da non sconvolgere gli equilibri. Quando invece l’amica d’infanzia si lascia sfuggire la notizia, ecco che emergono i clichè tipici del piccolo centro: occhiate compassionevoli, frasi ironiche, gli uomini che si domandano come possa una donna così bella essere attratta da altre donne, come se la bellezza presupponesse eterosessualità. Il fulcro diventa il contrasto con la metropoli, Katie torna ad Amburgo ed in stazione si bacia appassionatamente con Jamiko mentre una giovane donna le osserva gridando al lieto fine.
Eppure quando il “diverso” deve andar via per affermare la propria essenza, il lieto fine non c’è. L’omosessualità è un tema che scotta o che ci fa sentire obbligati alla tolleranza, senza accorgerci che quest’ultima è essa stessa una forma di discriminazione, una sorta di sopportazione buonista verso qualcosa di peggiore e mal riuscito. Il “normale” sceglie tra indulgenza e severità, ed in Kommt Mausi Raus?! ruotano personaggi figli di questo schieramento, che lasciano sullo schermo un alone di triste emancipazione: una ballerina che ostenta orgoglio lesbo vive in uno appartamento squallido senza amici né prospettive, giovani gay si lasciano andare ad un’avventura dopo l’altra. L’emarginazione comporta promiscuità, pur di non sentirsi soli. Forse si potrebbe criticare la scelta di scappare per affermarsi ma una morale precisa non c’è. Imparare a convivere con la diversità senza doverla tollerare è ancora molto distante rispetto alle convenzioni di cui è intrisa la nostra società, salvo rare eccezioni.