LA CRISI live @ Sottoscala9
Line up:
Mayo Maggiore – voce
Dario Maggiore – chitarra
Moreno Ussi – batteria
Lele Cola – basso
Dove: SOTTOSCALA9 , Latina (RM)
Quando: sabato 9 giugno 2012
Info:
http://www.myspace.com/lacrisi
Nella scaletta del flyer preparato per la serata al Sottoscala9 si legge “La Crisi: Milano Hardcore Legends”. I fan più appassionati del gruppo dell’ex Sottopressione Mayo Maggiore sicuramente non si sentiranno di discutere su questa definizione, e per un complesso con un background del genere effettivamente le aspettative sono alte. Tuttavia, i La Crisi dimostrano di saper sfruttare egregiamente lo spazio del Sottoscala9, e con “spazio” si intende proprio la metratura quadrata del Circolo Arci. Il quartetto si muove sul palco come se fosse travolto da colate laviche, invadendo anche il pavimento, scartando le prevedibili botte da orbi del pubblico antistante, aggrovigliandosi letteralmente in una sorta di danse macabre.
Il concerto viene aperto dai Milvains, gruppo locale di screamo di palude, navigati portabandiera della scena latinense (anche oltreoceano) nonché ottimi intrattenitori di folle e noti distruttori di strumenti musicali.
Dopo l’aitante lancio della chitarra del cantante, il tempo dei Milvains si conclude e I La Crisi si piazzano sul palco con la nuova formazione, completata nel 2008. L’ouverture del concerto basta già a separare violentemente il pubblico in due parti: la divisione (gente che poga sul fronte VS gente pietrificata nelle retrovie) si manterrà tale per tutta la durata del live, ma i La Crisi picchiano talmente forte che anche i più immobili si trovano presto imperlati di sudore. I 4 saltano come dannati e la voce di Mayo la fa da padrone, con quel suo tono acido, quasi di scherno. Si sa che le liriche dei La Crisi sono il loro punto di forza, quello che gli altri gruppi della scena italiana raramente riescono ad eguagliare: frasi introspettive, viscerali, metafore espressionistiche fuori dagli standard del genere, che tuttavia si fanno cantare come slogan da manifestazione.
Dopo aver tirato fuori una tripletta Paura a colazione – Non capite – Star Warz dall’esecuzione magistrale, con il tipico stile singhiozzato dagli stop bruschi e dagli inizi ancora più sparati, i La Crisi trovano una conclusione perfetta con una struggente interpretazione de La mia ultima lettera.
Insomma, uno spettacolo notevole per la palude latinense, stagnante a volte anche in ambito musicale, ma che può contare su eventi come l’ Unhype Festival (all’interno del quale è stato organizzato il live dei La Crisi) che smuovono le acque. Un’affluenza davvero sorprendente per gli standard locali, a quanto pare anche per i componenti del gruppo: lo stesso Mayo a fine concerto confessa che raramente si trova tutto questo seguito “giù” al nord, e che sia una lusinga di circostanza o una sincera esclamazione poco importa.