LA COMMEDIA DI ORLANDO
liberamente tratto da ORLANDO di Virginia Woolf
regia e drammaturgia Emanuela Giordano
con Isabella Ragonese
e con Sarah Biacchi, Guglielmo Favilla, Andrea Gambuzza, Claudia Gusmano, Fabrizio Odetto, Laura Rovetti
scene e costumi Giovanni Licheri e Alida Cappellini
musiche originali eseguite dal vivo Bubbez Orchestra
produzione compagnia enfi teatro
dal 4 al 20 maggio 2012 – Teatro Argentina – Roma
La parità tra i sessi ha fatto qualche progresso, da quando Virginia Woolf ha scritto Orlando (titolo originale Orlando: A Biography) ma, a tratti, le taglienti e sarcastiche battute del testo sembrano comunque molto attuali e appropriate alla società in cui viviamo. Seppure solo uno dei tanti aspetti di questa opera di Virginia Woolf è una sorta di fil rouge che percorre l’intera vicenda in cui il genere maschile viene un po’ sbeffeggiato.
Il romanzo ruota intorno al personaggio di Orlando che attraverso quattro secoli, a partire dal 1600, accanto alle normali vicende umane, come illusioni e delusioni in amore e in amicizia, vive anche una duplice sessualità: al termine di uno dei lunghi sonni in cui è solito cadere si risveglia nel corpo di una donna. Questo gli permetterà di intuire, tra le altre cose, le limitazioni e le difficoltà della condizione femminile. Ma, alla fine, nei panni di mamma, moglie innamorata e amata, raggiunge finalmente una concreta serenità affettiva e l’obiettivo perseguito da sempre: diventare scrittrice di successo con la pubblicazione del romanzo a cui ha dedicato tutta la sua esistenza.
Il testo, pur essendo a tratti una parodia, riesce comunque a toccare corde profonde: l’universale ricerca della felicità che ci accumuna tutti, uomini e donne, la subdola visione della cultura da parte del potere come pericoloso mezzo per l’emancipazione e l’elaborazione di un pensiero proprio, il confronto e il conflitto tra diverse civiltà. La scelta della musica dal vivo è certamente un arricchimento importante nella messa in scena de La Compagnia ENFI Teatro; le avvolgenti e coinvolgenti musiche originali sono all’altezza dei semplici, ma efficaci, costumi di scena, pennellate delle varie epoche in cui si muovono Orlando e il suo fedele seguito: i quattro servitori, Hall e Hill, Judy e Faith, e la premurosa e affezionata confidente di Orlando, Virginia, interpretata dalla brava Sarah Biacchi. Un po’ troppo al limite della caricatura è l’interpretazione dell’Arciduca, più riuscita quella di Greene, Marmaduke e del Gitano, tutti personaggi in cui si cala Fabrizio Odetto.
L’alchimia e la complicità del gruppo, però, convince solo a tratti. La protagonista, Isabella Ragonese, paga un po’ lo scotto del passaggio dal cinema, dove convince sempre, al teatro, in cui risulta a momenti acerba; seppure credibile nei panni dell’androgino Orlando, a tratti non emerge dalla scena. La stessa semplice efficacia dei costumi caratterizza anche le scenografie che, con brevi ed esili cambi di scena a vista, trasformano il palco ora nella casa di Orlando, ora in una via di Londra o di Costantinopoli.
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