La leggerezza di un drappo bianco ad aprire la scena; l’essenzialità di una colonna quasi a sancirne integrità e semplicità, non solo sostegno. E una prima ingannevole immagine: avanza l’attrice Antigone, in veste scarlatta, accompagnata da una musica d’archi, intensa. Inizia a recitare Sofocle, decisa, convinta, finché non si blocca, chiede scusa, esce di scena. Rientra e ricomincia, ma poi confessa: non ricorda, non ce la fa: purtroppo una presenza, lì in sala, la disturba, la disorienta e la distrae.
Così la attacca, la rimprovera, mentre il pubblico compiaciuto e compiacente accompagna sorridente la brava Cristina Pellegrino nel suo delirio folle contro se stessa e contro Lara, la sorella meschina, che può fare e disfare.Abbandona il palcoscenico, dunque, ma per rioccuparlo con la propria esistenza: ci racconta di sé, della sua infanzia, dei suoi fratelli. E di Lara (Ismene), appunto, sua sorella, sua antitesi, sua aspirazione.
Reale e surreale si confondono in una scena che diverte e fa riflettere, mentre un altro piano di finzione accompagna la recitazione: l’Antigone personaggio, quella di ieri, si alterna all’Antigone attrice, donna di oggi, in conflitto con Lara-Ismene, l’altro sé, la sua inferma proiezione. Di nuovo si adira e le inveisce contro, contro chi all’apparenza è più forte, perché la paura la provano i forti, i deboli vi rinunciano prima. E come si fa a smettere di avere paura? Forse la soluzione è proprio lì, nella debolezza e nella malattia, nell’essere come Lara o Ismene e non come Antigone, coraggiosa e ribelle. Eppure l’Antigone di Sofocle cede al suicidio: non riesce ad avere ciò che desidera e si impicca pur di allontanarsi dal dolore di un’esistenza, che pesa per il vuoto di cui è composta, e dall’inesorabile paura. Smette di essere forte, perché è più semplice uniformarsi piuttosto che ribellarsi.
Forse il gioco sta nell’equilibrio, come nei venti…essere né terra né aria, né corpo né anima. Sospesa come un angelo a guardare sotto il mondo che vive.
Applausi, tanti, giusti.
I NERVI DI ANTIGONE
Di Paola Ponti, con Cristina Pellegrino
Regia Norma Martelli, scene Alfonso Giancotti, musiche gentilmente concesse dal M. Nicola Piovani
Dal 29 novembre al 4 dicembre 2011 – Teatro Ambra alla Garbatella, Roma
Ha collaborato all’articolo, con parole e foto, Emanuela Laurenti