LA POESIA DEL TRIO MODIGLIANI – concerto cameristico

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TRIO MODIGLIANI IN CONCERTO

Stagione musicale 2011-2012 Oratorio del Gonfalone

Dove: Oratorio del Gonfalone

Quando: Giovedì 26 gennaio ore 21.00

Trio Modigliani

Mauro Loguercio – violino

Francesco Pepicelli – violoncello

Angelo Pepicelli – pianoforte

Info: 

Link Ufficiale Trio Modigliani

Link Ufficiale Oratorio del Gonfalone

L’Oratorio del Gonfalone, preziosa testimonianza architettonica di Roma Manierista, è un luogo poetico, spirituale,  il cui carattere accogliente e intimistico lo rende palco impeccabile per la realizzazione di un concerto cameristico di grande trasporto emotivo. I tre musicisti che compongono il Trio Modigliani, formatosi nel 2005 con l’intento comune di rinnovare la ricerca musicale con passione e talento, sono stati in questi cinque anni di attività premiati dalla critica e dal successo di pubblico e non è difficile scoprirne le ragioni.

Il programma della serata propone un viaggio nel repertorio dei trii, che si snoda a partire dai Phantasiestucke op. 88 di Schumann, e, dopo aver rivelato il giovanile e brillante Trio di Debussy, culmina nel famoso Trio degli Spettri di Beethoven.
Luminosa e sfavillante, apre il concerto la raccolta dei Pezzi fantastici di Schumann, testimone del fervido anno di produzione cameristica dell’autore (1842) nonché della sua inversione compositiva, attratto dalle sperimentazioni che la forma libera poteva offrirgli. I vari passaggi di questa raccolta, che contiene il fulcro del progetto del Trio originale nell’Humoreske, dipingono episodi tra loro contrastanti, animati talora dal canto malinconico del pianoforte (Romanze), talvolta dall’incedere determinato degli archi (Finale).

Forse è proprio dalla varietà del carattere schumanniano che si ispirò il giovane Debussy nella composizione del Trio in sol maggiore (L 3), che si distingue per l’originalità e la grazia musicale. Dietro il taglio delicato del brano si scorgono elementi di musicalità coinvolgenti, confidenziali, che confermano l’estrazione del Trio, concepito per la piccola ensemble di tre elementi- tra i quali Debussy– che suonava privatamente per la Baronessa Von Meck.  Necessario all’esecuzione del brano è l’assoluto affiatamento dei musicisti, tesi a creare una perfetta coesione ritmica, che rappresenti un sodalizio vero, raggiunto nell’amore della musica: è questo il nostro caso.

A chiusura del concerto, quasi come coronamento della serata, il Trio n.1 op. 70 di Beethoven illustra la foggia dell’equilibrio musicale grazie all’alternanza di movimenti definiti, in sublime dialogo tra loro. Composto nel 1808, contemporaneamente alla Quinta e Sesta Sinfonia, il Trio ( in re maggiore) si apre con un avvio veloce, compatto, in cui i due temi principali vengono presentati uno di seguito all’altro. Il movimento seguente è il Largo assai ed espressivo, così drammatico da conferire l’epiteto “spettrale” all’opera intera, caratterizzato da un’atmosfera cupa di cui il pianoforte è il  principale e segreto artefice.

A spezzare l’aura misteriosa del Largo è l’incisività del tema del Presto, che giunge a rasserenare la conclusione di una composizione di straordinaria ricchezza. Dinanzi a tale coesione tra gli strumenti, a una così variegata qualità timbrica, non si può aggiungere altro, se non due bis a gran richiesta. Le ragioni del successo, dunque, non erano affatto difficili da scoprire.

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