10 cori, 7 gruppi vocali. 300 coristi sul palco. 6 ore di musica. Con queste poche parole, prese ” in prestito” dallo slogan dell’evento facebook con cui si promuoveva la serata, penso già di aver riassunto tutto. O quasi, perché il Vokal Fest non è solo musica. È cabaret, è coinvolgimento, è sperimentazione della musica a cappella e molto altro ancora.
La serata si è divisa in due parti: la prima dedicata ai cori, la seconda ai gruppi vocali. Sul palco, in ogni caso, non sono stati quasi mai utilizzati strumenti musicali. Per la stragrande maggioranza dello spettacolo gli unici “strumenti” utilizzati sono stati le corde vocali degli stessi cantanti.
Stazione Birra ospita da 3 anni questo splendido festival canoro e indubbiamente se lo terrà stretto a lungo, visto il numero delle persone e dei gruppi che aumenta di anno in anno.
I protagonisti-artefici della serata sono stati gli Anonima Armonisti, gruppo corale che ama definire i suoi componenti come “i sette samurai della musica a cappella”.
Questo gruppo, dalle indiscusse qualità canore e di palcoscenico, nasce nel 2003 da un’idea dei fratelli Versino (Dodo e Michele), gli stessi che nel 2006 avrebbero fondato il Coro Cantering, presente chiaramente alla serata!
I pezzi eseguiti sono stati delle rielaborazioni di canzoni tradizionali e non: quasi sempre si è trattato di medley esilaranti conditi, durante l’esibizione, da gag divertenti. Da evidenziare è sicuramente la trovata geniale di Dodo Versino di scrivere testi di canzoni straniere sul programma online Google translator e di riproporre, recitando, le loro traduzioni letterali. Il tutto accompagnato dal compagni coristi canoro, tra cui, degno di particolare riguardo, nominiamo il beat-boxer AlienDee, conosciuto a livello nazionale come uno dei pionieri del beatbox.
La serata scorre via piacevolissima, tra gruppi corali più o meno numerosi caratterizzati tutti da controcanti e virtuosismi vocali non da poco. Si passa dal coro femminile Eos al misto gospel Sat&B, dai Lavinium di Anzio ai Green Voices di Bracciano. Si spazia in lungo e in largo in tutti i generi musicali, jazz e surf compresi, fino alle splendide rielaborazioni di canti tradizionali del Coro Cantering (Brigante se mora, La gatta, Non potho riposare e tantissimi altri).
Il Vokalfest, e ovviamente tutti i gruppi che vi hanno preso parte, ha il grandissimo merito di far avvicinare al genere a cappella il pubblico più giovane. Per troppo tempo tale scena è stata ricoperta esclusivamente dai Neri per Caso e la questa tipologia di musica ha colto l’attenzione di un ristretto pubblico di nicchia.
In questi ultimi anni, in particolare a Roma, ma non solo, moltissimi cantanti e musicisti si stanno cimentando nella musica corale, scoprendo quanto sia difficile, ma gratificante, poter contare non solo sulle proprie singole voci. Il seguito è in crescita esponenziale: durante le prime due edizioni, un totale di 1250 persone ha fatto da cornice e pubblico al Vokal Fest; ora, mentre aspettiamo i dati di quest’anno, sarebbe interessante approfondire la generale scarsa cultura sul genere a cappella.
In aiuto al raggiungimento di tale scopo, consiglio di trovare del tempo per navigare utilizzando i vari collegamenti internet che, come sempre, potete trovare di seguito all’articolo nei crediti: ne varrà la pena!
ANONIMA ARMONISTI al VOKAL FEST
Quando: 22 gennaio 2012
Dove: Stazione Birra
Link Ufficiale Anonima Armonisti
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“for not to know either write or read” direi che è stato un bello spettacolo! (genio il dodo versino!!)