Titolo originale: La source des femmes
Produzione: Luc Besson & Radu Mihaileanu (Belgio, Italia, Francia)
Regia: Radu Mihaileanu
Soggetto e Sceneggiatura: Radu Mihaileanu & Alain-Michel Blanc
Fotografia: Glynn Speeckaert
Scenografia: Christian Niculescu
Costumi: Viorica Petrovici
Montaggio: Radu Mihaileanu
Cast: Leila Bekhti, Hafsia Herzi, Sabrina Ouazani, Saleh Bakri, Hiam Abbass, Mohamed Majd
Durata: 125 min.
In un piccolo villaggio situato “da qualche parte tra l’Africa e il Medio Oriente” la tradizione vuole che le donne vadano a raccogliere l’acqua ad una fonte sopra una montagna, percorrendo un sentiero pericoloso coi secchi sulle spalle. Gravate dal peso dell’acqua e della fatica, accade spesso che le mogli e le figlie degli uomini crollino tragicamente, perdendo il bambino che alcune di loro portano in grembo. Leila, una giovane sposa venuta da un altro villaggio, ha il coraggio di squadrare la situazione sotto la coltre dell’abitudine: sarebbero gli uomini, prima impegnati in guerra e ora seduti il giorno a bere il the senza occupazione, a dover prendere l’acqua.
Una rivoluzione è necessaria, e questa non può che coinvolgere l’unico aspetto su cui le donne detengono un potere medesimo a quello dei mariti. La rivoluzione dell’amore negherà il sesso, fin tanto che il rispetto non prenderà il posto della tradizione.
Qualche spruzzata di eccessivo lirismo sentimentale e retorico lascia spazio a una storia grandiosa, tratta da un fatto di cronaca accaduto in Turchia nel 2001, e raccontata col coraggio di alzare il velo della realtà per mostrare con realismo e autenticità la violenza e l’amore, la stupidità e il coraggio. La battaglia per una causa così giusta da essere ovvia, dovuta, che fa traballare le consuetudini cieche su cui le società si adagiano senza coscienza.
Un altro prodotto di altissima qualità per il regista Mahaileanu dopo Train de vie e Il concerto, che racconta con dolcezza, ironia e forza una storia in cui favola e documento di critica sociale si uniscono all’unisono, mostrando con toccante fierezza una lotta per la libertà, per la cultura, per la giustizia. Una lotta che mostra la violenza dell’ignoranza, riempie il corpo di orgoglio, tanto che guardando il film ci si contorce sulle poltrone per il desiderio di entrare là dentro, in quel mondo, e aiutare il villaggio a vivere nell’onestà e nell’equità.
Mahaileanu crea un disegno e guardandolo si rimane pervasi dall’amore, dalla sua forza, dalla voglia totale di essere spinti e riempiti da esso. Amore per gli uomini, per le donne, amore per le cose, per la conoscenza, per la giustizia e per il mondo. L’acqua, che nutre la vita, e il sesso: un premio di bellezza, fonte dell’amore.
Un film che stimola un interrogativo negli spettatori sull’autenticità con cui si conduce la propria vita, un interrogativo che va rinnovato ogni giorno, unito all’abbandono alla forza del rispetto e dell’amore, sorgente della vita.
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