DoppioSenso Unico: La variante di E. K.

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Dall’8 al 13 gennaio La variante di E. K. è in scena al Teatro dell’Orologio, Sala Gassman. Lo spettacolo è diretto e interpretato da Luca Ruocco e Ivan Talarico.

La Variante di E. K.

Regia: Luca Ruocco e Ivan Talarico

Con: Luca Ruocco e Ivan Talarico

Produzione: DoppioSenso Unico

Maschere e oggetti scenici: Stefania Onofrio

Dall’8 al 13 gennaio 2013 – Teatro dell’Orologio, Roma

Vai al sito di DoppioSenso Unico

 

«Il morto è un marchio registrato» e per avere un prodotto di qualità è necessaria una adeguata formazione. Sul tema, la Compagnia DoppioSenso Unico, formata da Luca Ruocco e Ivan Talarico, sembra aver le idee chiare, almeno da quanto si evince dallo spettacolo La variante di E. K..

Con toni che sfiorano il surrealismo, i due attori interpretano il ruolo di insegnanti del suicidio perfetto per impiccagione. E il loro unico studente viene scelto tra gli spettatori secondo un criterio puramente casuale. Durante lo spettacolo, al centro del palco, il neofita viene messo duramente alla prova dalle battute e dalle continue domande dei due attori. Con la finalità di dover dimostrare quanto appreso nell’arco della messinscena. Purtroppo – o per fortuna – non sempre gli insegnamenti impartiti ottengono il risultato auspicato; l’unica chance che resta all’innocente spettatore sembra essere una banale morte di vecchiaia. Non che si tratti di una problematica insormontabile; allo studente rimane comunque una consolazione: «a tutto c’è rimedio tranne alla morte».

Costantemente, gli attori riescono a tenere in pugno l’attenzione del pubblico, grazie a un ritmo recitativo molto serrato. Le battute incalzanti sono costruite secondo registri variegati: giochi di parole, tematiche sociali affrontate con ironia – come il frequente legame tra la solitudine e il suicidio -. Anche il dolore dei familiari dello studente-defunto, scelti anch’essi tra il pubblico senza seguire un particolare criterio, diviene oggetto di studio. Contro ogni aspettativa, i genitori si dimostrano veri e propri fast learner: di fronte all’ultimo viaggio del figlio studente, ostentano disincanto e cinismo. In questo senso si rivela emblematica la risposta della madre alla domanda «come aiutare il figlio?»: «Beh, è grande: può farlo da solo!».

Ed è proprio grazie agli spettatori – estranei alla vicenda drammaturgica – che si costruisce la comicità dello spettacolo: spesso sono loro a pronunciare le migliori battute, perché spontanee e inaspettate. In tal modo lo spettacolo diventa ogni sera una storia nuova, diversa. Nonostante ciò, i due attori non si affidano all’improvvisazione: al contrario, sono estremamente abili nel trasformare ogni parola, esitazione, errore o gesto dello spettatore in una gag. Tanto abili da far sembrare quello spettatore sconosciuto un attore provetto.

Un’idea originale quella di La variante di E. K., che riesce a far sorridere e ridere della morte – il più serio degli argomenti -, facendo comunque riflettere sull’importanza degli affetti, dell’amicizia e della vita.

La variante di E. K. è in scena al Teatro dell’Orologio a Roma fino a domenica 13 gennaio.

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Autore

Redazione

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