Il cinema italiano, attraverso gli occhi dei suoi rappresentanti, si presta al progetto di Riccardo Ghilardi, e lo fa spogliandosi del suo ruolo e abbandonando la finzione propria della sua natura, a favore della naturalezza e della verità che può e deve essere ricercata soltanto negli sguardi catturati dall’obiettivo.
Tre anni di lavoro, 45 stampe in grande formato – più altri scatti inediti – accompagnate da frasi, da riflessioni, quasi fossero domande retoriche alle quali gli interpreti immortalati e il set fotografico cercano di dare risposta.
Il progetto di Ghilardi punta proprio a cercare il labile confine tra la verità e la finzione attraverso una delle arti più particolari e retrospettive, la fotografia, e il suo centoventicinquesimo di secondo che trasforma la macchina fotografica in una sorta di macchina della verità in cui lo sguardo non può mentire.
La mostra è affascinante, anche per il suo snodarsi attraverso gli ambienti della Casa del Cinema; essa è una ricerca particolare dell’istinto, della risposta istintiva degli occhi ad una domanda fatta a bruciapelo.
Quello che traspare e che emotivamente viene assorbito dallo spettatore, è qualcosa di estremamente reale, è uno specchio nel quale ognuno riesce a riflettersi. La domanda che si ritrova scritta a mano al di sopra della stampa fotografica probabilmente regalerebbe lo stesso sguardo, spiazzato e spiazzante, anche a chi sta osservando.
“Ognuno ha ciò che merita?” si chiede Valerio Mastrandrea;
“nella lunga strada verso il successo ci vuole più tenacia o più coerenza?”
E qui la risposta si lascia a Giuseppe Tornatore. Ma poi c’è anche Carlo Verdone, Nicole Grimaudo, Caterina Guzzanti, Alessandro Haber, Sabrina Impacciatore, Francesca Inaudi, Lillo, Daniele Liotti, Valentina Lodovini, Enrico Lo Verso, Enrico Lucherini, Vinicio Marchioni e molti altri… E poi c’è una sedia in ferro battuto che crea un cerchio concentrico nel suo schienale e che si ripresenta in molti set, quasi fosse un anello di congiunzione tra il fotografo e il soggetto, quasi come un sogno ricorrente o un sogno collettivo.
Un sogno non è mai soltanto un sogno e forse Riccardo Ghilardi sta realizzando il suo.
LO SGUARDO NON MENTE
La verità in 1/125 di secondo. Attraverso gli occhi del cinema italiano.
Mostra fotografica di Riccardo Ghilardi
3 marzo / 1 aprile 2012 – Casa del Cinema, Largo Marcello Mastroianni 1 – Roma