Lags-Pilot
Pilot, primo album per i Lags, portatori sani di hardcore.
Artista: Lags
Album: Pilot
Anno: 2015
Etichetta: To Lose La Track
I Lags nascono nel 2013 a Roma, dall’incontro tra Antonio Canestri (già chitarra e voce negli Hilo) ed Andrew Howe, forse noto ai più per le gesta in ambito sportivo piuttosto che nel campo musicale, batterista nei Craiving e in altri progetti vari, tra i quali un’interessante collaborazione con Igor Cavalera, ex batterista dei Sepultura, nel progetto Mixhell. La band è completata da Daniele De Carli al basso e Gianluca Lateana. Quest’ultimo subentra nella band poco prima delle registrazioni dell’ultimo album come seconda chitarra, per via della dipartita del membro originario Luca De Santis (comunque autore di gran parte dei testi dell’abum) che costringe Canestri ad assumere il doppio ruolo di cantante/chitarrista. Insieme a De Santis registrano Preludio, un Ep nel 2014 prodotto da Lorenzo Stecconi (chitarrista dei Lento, e produttore degli Ufomammuth e Zu). Sotto la supervisione di Stecconi, Luigi Di Filippo( in arte D Lewis) e Giuseppe Zaccaria dei LRs Factory di Roma arrivano poi al loro primo full lenght, per l’etichetta To Lose La Track e distribuito dalla Audioglobe.
Pilot è una dichiarazione d’intenti. Un esercizio di apnea in musica.
Il pilota indica fin da subito la chiarezza d’idee e i mezzi usati per esporle. Il genere è un post hardcore, termine che include in se una selva interminabile di ramificazioni varie, dalle dinamiche scarne ma dal grande impatto sonoro. Nel revival del Less is More i Lags trovano nel minimalismo sonoro la forma di dialogo migliore, senza orpelli elettronici o genialate da post produzione varie. L’impianto musicale è unicamente retto da basso, chitarra e batteria e le singole tracce seguono un mood costante e pressante per tutta la durata dell’album con una personalità che lascia piacevolmente impressionati, considerando che siamo alla prima prova ufficiale della band. I lags sono 4 trentenni disincantati che analizzano e riflettono sulle dinamiche sociali e politiche che li circondano, tramutando il loro punto di vista in musica, usando un genere molto funzionale in quanto a pathos e che alza di parecchio i ritmi nell’esposizione del messaggio. Un album che se fosse uscito non più tardi di 10 anni fa non avrebbe sfigurato con molti sacri dell’epoca. Difficile scorporare una traccia da un’altra in termini prettamente musicali; ricordano in molti frangenti gli At the drive nella costruzione degli arrangiamenti e i migliori Fugazi nelle intenzioni. L’apnea è nel ritmo costante dall’inizio alla fine che tiene alta la tensione, nell’incedere ritmico sempre ficcante di Howe e la voce di Canestri, spesso doppiata da cori che enfatizzano le liriche dell’album, a tratti metaforiche. Le chitarre spesso si muovono all’unisono, rendendo ancora più coesa la massa sonora sprigionata. Iniziano bene i Lags, con un Pilota che se mantiene la giusta rotta qui accennata potrebbe portare a nuove stimolanti performance in futuro.