L'arte di governare: individui messi alla prova

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Attraverso le tre sezioni di L’arte di governare. Processi e transizioni, pubblicato da Donzelli, Carlo Donolo cerca di chiarire il significato e gli scopi del governare e di mostrare come sia necessario che il suo sviluppo intraprenda un nuovo percorso, se davvero vuole far fronte ai problemi posti dalla società contemporanea.

 Titolo: L’arte di governare. Processi e transizioni

 Autore: Carlo Donolo

 Editore: Donzelli editore

 Anno I Edizione: 2012

É evidente come oggi le questioni globali, che si trova ad affrontare chiunque voglia dedicarsi seriamente all’arte di governare, si trovino su un piano diverso da quelle che si ponevano a chi si impegnava nello stesso compito in un momento storico in cui la dimensione delle questioni da gestire si accordava con quella di un singolo stato nazione.
In questa prospettiva, Donolo vuole però mostrare come all’estendersi delle problematiche da trattare possa e, in un certo senso, debba essere fatta corrispondere una «crescita dell’autonomia personale» volta al miglioramento delle capacità di autogoverno tipiche di una società, come quella attuale, che può esser detta cognitiva.

La sfida che il global change sembra porre ai governanti ma anche, e forse soprattutto, ai governati, è quella della tutela dei beni pubblici e comuni. Tale scopo è da raggiungere attraverso le modalità della governance, che è subentrata al government classico, assorbendolo e affiancandovi «risorse cognitive e motivazionali più ampie».
Da questo punto di vista si cerca di mostrare come il sistema democratico, seppure segnato da limiti e debolezze, sia pur sempre l’unico sistema che possa essere ritenuto capace di apprendere. Tale apprendimento, ottenuto tramite processi di tentativo ed errore, ha il suo inizio negli individui e da essi si estende via via fino alla politica. Proprio per permettere questo sviluppo, la politica stessa dovrebbe mostrarsi tanto lungimirante da consentire che un simile procedimento possa aver luogo alla maniera e alle condizioni a esso più favorevoli.
Ciò che infatti viene ritenuto indispensabile affinché paternalismo ed elementi tecnocratici, che pure sono componenti possibili se non addirittura necessarie del governare, non prendano il sopravvento sull’agire politico è la dimensione dell’autonomia dei singoli, intesa come capacità di selezionare preferenze di volta in volta sempre migliori.

Il raggiungimento di un livello sufficientemente alto di autonomia potrà permettere agli individui di esercitare il loro potere tramite tutte le risorse e gli strumenti che il governare mette a disposizione e, in tal modo, consentirà loro anche di attuare quella forma di autogoverno che si realizza nel controllo del governare stesso.

Quello che l’autore propone, dunque, è un testo tanto esplicativo quanto propositivo, nel quale si tenta di delineare un percorso che guidi il singolo verso lo sviluppo delle proprie capacità di autogoverno, rendendolo al contempo consapevole delle difficoltà e degli ostacoli congeniti, nonché dei vincoli insuperabili, con i quali dovrà fare i conti nell’applicarsi alla complessa arte di governare.

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Autore

Roberta Astolfi

Convinta che i linguaggi siano una chiave per la comprensione del mondo, cerco di conciliare l'interesse per per le problematiche politico-sociali dell'attualità con la passione per le creazioni fantastiche. Laureata in Filosofia Politica, con basi di Filosofia del Linguaggio, affronto gli aspetti teorici e pratici di entrambe attraverso un dottorato di ricerca in Filosofia del Diritto.

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