Barbecue, di Éric Lavaine, Francia 2014, 98’ Produzione: Same Player – Vincent Roget, François Cornuau Distribuzione: AcademyTwo
in uscita il 12 settembre 2014
Éric Lavaine esplora i rapporti di amicizia che intercorrono tra adulti, in una commedia che fa riflettere sulle usanze e i tenori di vita di un gruppo di persone che vuole ancora divertirsi e vivere serenamente tra un bicchiere di vino e un barbecue.
Pochi giorni prima del suo cinquantesimo compleanno, Antoine – Lambert Wilson – ha un attacco di cuore durante una maratona: lo scampato pericolo in seguito alle cure mediche accende in lui quella luce che da tempo era spenta, ovvero la voglia di tornare a vivere senza tener conto delle cose per le quali non prova interesse. Così Antoine trascorre il suo tempo libero con la moglie e gli amici ad organizzare cene, eventi e qualsiasi altra cosa faccia piacere all’intero gruppo. Ma le loro grosse abbuffate tra un divertimento ed altro non fanno che accantonare e rimandare i piccoli problemi che si nascondono all’interno di ogni coppia.
Antoine rappresenta l’uomo di mezza età che realizza quanto la sua vita sia caduta nella monotonia, una monotonia che lo porta a non vivere come lui vorrebbe: l’incipit del film infatti ricorda quel bravissimo Kevin Speacey di American Beauty, l’uomo che, insoddisfatto dei fallimenti che la vita gli offre, decide di rinascere e diventare una persona nuova agli occhi di tutti. Davanti agli amici di sempre Antoine si rivela essere l’unico che sa trovare un rimedio a tutto, anche quando gli amici si trovano in difficoltà economiche o sentimentali. Ma la sua sicurezza crolla quando si rende conto che anche la sua vita non è perfetta e la felicità che scaturisce davanti a ogni barbecue con gli amici risulta soltanto apparente.
Il quinto film di Éric Lavaine è il risultato di una sceneggiatura che sviluppa con attenzione e delicatezza i personaggi di un gruppo il cui tema fondamentale è l’amicizia: non importa avere problemi di coppia o crisi a lavoro se il legame con gli amici è sempre saldo, perché non c’è amore che equipari quello per i propri amici.