Al Sala Umberto in scena monologhi per voci femminili, firmati dalla penna surreale di Stefano Benni.
LE BEATRICI di: Stefano Benni con: Valentina Chico, Elisa Marinoni, Alice Redini, Gisella Szaniszlò, Valentina Virando regia: Stefano Benni & Collettivo Beatrici luci: Paolo Meglio scene e costumi: Luca Ralli dal 16 al 21 ottobre 2012 Sala Umberto – Roma«Non sono angelicata? Non sono seria? E chi l’ha detto che devono scegliere loro? Basta col poeta che si sceglie la donna ispiratrice, d’ora in avanti i poeti ce li scegliamo noi». Parola di Beatrice. Sì, quella dantesca. La donna angelicata, suo malgrado. La penna fantasiosa di Stefano Benni parte proprio dallo stereotipo per eccellenza per ragionare sui cliché femminili e poi, ovviamente, ribaltarli.
Dopo la prima voce è la volta di una mocciosetta stupida ed esibizionista. Poi una manager in carriera, una donna in attesa, una suora assatanata. Infine, Mademoiselle Lycanthrope, una donna licantropo malinconica che sovverte l’immaginario comune e si racconta sullo sfondo di una romantica Parigi notturna. «Nessun urlo o ululato o macchia di sangue per strada. Solo una vaga malinconia. La luna, la luna, è una severa maestra. Anche stasera non uccidiamo. Balliamo. Domani, forse, qualcuno ci ucciderà».
Beatrici surreali scardinano il loro ruolo con irruente semplicità, nello stesso modo in cui, a inizio spettacolo, si arrampicano su un palcoscenico buio e vuoto e improvvisano un allestimento per andare in scena.
Sono colorate le beatrici di Benni. Personaggi al limite. Ci intrattengono con sfoghi, sussurri, confidenze e sberleffi e ragionano sulla complessità femminile. Fanno trapelare quella che lo scrittore chiama «la cacofonia della vita contemporanea» e, forse, suggeriscono l’unica possibile via di fuga: l’immaginazione.
Intendiamoci. Probabilmente non è il testo migliore che Benni ha scritto per il teatro. Ma in questa macchia di colore ci si immerge, per una sera, con piacere. Ed è una splendida occasione per vedere in scena giovani attrici italiane di talento.