L'ENSEMBLE INTERCONTEMPORAIN A ROMA: LA RICERCA DEL SUONO IN CONCERTO

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ENSEMBLE INTERCONTEMPORAIN

per CONTROTEMPO, Festival della Musica Contemporanea di Villa Medici, dal 24 al 28 Gennaio 2012


Quando: Martedì 24 Gennaio

Dove: Università La Sapienza – Sala Aula Magna

Solisti:

Fausto Romitelli – Domeniche alla periferia dell’impero: Prima domenica (1996-1997)
Pierre Boulez – Pour le Dr Kalmus (1969)
Luciano Berio – Sequenza VI (1967)
Fausto Romitelli – Seconda domenica : Omaggio a Gérard Grisey (2000)
Gérard Grisey – Vortex temporum (1996)

Link della rassegna

Link ufficiale Ensemble Intercontemporain

Link sito Villa Medici

Un pianista che si alza e si china a far vibrare le corde del suo strumento, producendo un suono inconsueto che ricorda quello di una campana. E’ questa l’ultima immagine del concerto della Ensemble Intercontemporain, la formazione francese creata nel 1976 da Pierre Boulez che riunisce 31 solisti nell’intenzione di accompagnare il pubblico nella scoperta della musica contemporanea. Questo avviene attraverso l’esecuzione di un concerto in cui la ricerca del suono, unita alla sperimentazione di nuove tecniche strumentali, è centrale.

Il repertorio offerto al pubblico raccoglie il lavoro di Fausto Romitelli, Pierre Boulez, Luciano Berio e Gerard Grisey, tutti compositori accumunati dallo studio scientifico del suono, che spazia dall’analisi spettrografica (che caratterizza l’opera di Grisey) fino allo studio delle oscillazioni sonore (perpetuato da Berio) e all’utilizzo del suono come una materia prima di cui evidenziare le caratteristiche fisiche e percettive (peculiare delle elaborazioni di Romitelli).

La prospettiva sperimentale della composizione del suono, anziché con il suono, influenza anche la scelta degli strumenti: i sei concertisti dell’Ensemble, oltre ad adottare gesti inconsueti nell’esecuzione, alternano ai tradizionali flauto, clarinetto, violino, viola, violoncello e pianoforte degli strumenti atipici, attraverso i quali ottengono sonorità mobili ed estese. Il flauto basso, l’armonica a bocca, il kazoo, fino all’accordatore per chitarra elettrica, sono alcuni degli strumenti usati per una ricerca del suono in cui l’alternanza dei mezzi musicali concorre alla creazione di uno spazio sonoro trasfigurato, mutevole e denso.
La sperimentazione è evidente nella Prima e nella Seconda delle Domeniche alla Periferia dell’Impero di Romitelli, costruite sulla ricerca di microtoni e di oscillazioni sonore che producono la sensazione di un tempo dilatato dell’ascolto, facendo sprofondare l’ascoltatore dentro, appunto, la “periferia” del suono.

La parte centrale del concerto presenta la Sequenza VIII di Berio per il violino, una delle 13 sequenze del compositore italiano dedicate a 13 diversi solisti. Plasmata sul concetto dell’oscillazione sonora, il brano si presenta come un viaggio acustico instabile e inatteso, condotto sul bicordo la-si, quasi a descrivere il movimento oscillante di un pendolo, dischiuso in ampiezze diverse.

La ricerca della dilatazione temporale caratterizza anche Vortex Temporum, l’opera di chiusura del concerto, composta da Grisey, maestro di Romitelli ed iniziatore della cosiddetta musica spettrale, in quanto originata dalle indagini sulla composizione dello spettro sonoro. Dopo aver rielaborato lo svolazzante arpeggio del Daphnis et Chloè di Debussy, Grisey delinea un vortice musicale attraverso la riproposizione ciclica del mutamento timbrico. E’ nel finale dell’opera che, quasi a voler sintetizzare il percorso musicale della serata, si assiste all’immagine del pianista in ricerca: una ricerca musicale ancora viva che aspetta i suoi futuri corifei.

 

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