«Penso a tutte le persone nelle mie fotografie come a personaggi, protagonisti di un racconto», questa è la citazione scritta su un muro che da inizio alla mostra fotografica Io amo l’Italia dedicata a Leonard Freed.
La mostra, Promossa dall’Assessorato Capitolino alle politiche culturali, a cura di Enrica Viganò, realizzata da Admira e Zetemà, ha come percorso cento fotografie scattate tra Roma, Firenze, Napoli, Milano e Palermo.
Fotografie che raccontano la storia di una paese, storia mutata negli anni ma sempre forte di tradizioni peculiari e direttamente vicina, nel senso filosofico del termine, ad aspetti antropologici.
Sono le persone il soggetto dell’obiettivo di Freed, trasportate e radicate in uno sfondo caratterizzato da una profonda appartenenza che si appropria delle abitudini, e caratterizzante il legame con le varie tradizioni regionali, un legame mai protagonista. Sono gli uomini che fanno il paese.
Un percorso prima che visivo, emotivo, in cui gli atteggiamenti umani si dispiegano in una scena in bianco e nero che trova equilibrio e comprensione nell’occhio dello spettatore. Scene che cercano e scavano nell’esistenza individuale nascondendosi nella moltitudine, scene che rubano e poi restituiscono attimi di vita quotidiana attraverso l’occhio dell’obiettivo diventando, allo stesso istante, indizi di un viaggio, di un percorso del senso e del tempo.
Le immagini devono essere portatrici di verità e manifestazione di un tempo che muta, di una natura interiore che segue quel cambiamento; ciò è testimoniato dall’occhio curioso e disincantato di Freed.
Soprattutto la curiosità per l’Italia, perché qui «il passato è sempre presente non solo nei luoghi ma nella vita quotidiana della gente», ha dato a Freed una fonte d’ispirazione che lo ha tenuto legato al Belpaese per tutta la sua vita. Egli stesso definiva il rapporto con l’Italia – che visitò ben quarantacinque volte durante la sua ricerca artistica – una “storia d’amore”.
Freed amava definirsi un artista, non un fotoreporter: «personalmente penso che ci siano fotografie informative e fotografie emotive. Io non faccio fotografie informative, non sono un fotogiornalista, sono autore, non sono interessato ai fatti: io voglio mostrare atmosfere». Le stesse atmosfere che un pittore ricerca e crea nei suoi quadri; pittore che era dentro di Freed, il quale nell’attimo in cui ha tolto lo sguardo dal suo quadro appena dipinto, ha scoperto la tela dell’occhio umano a cui ha cercato di assecondarsi e di ribellarsi con l’obiettivo della macchina fotografica.
Una mostra imperdibile, dedicata ad ognuno di noi. Nomadi con radici, viaggiatori con una casa, abitanti di una terra della quale il senso di appartenenza ci è stato narrato per immagini, come solo uno straniero poteva fare.
IO AMO L’ITALIA. LEONARD FREED
Museo di Roma in Trastevere, Piazza di Sant’ Egidio 1/b Roma
dal 30 marzo al 27 maggio 2012