di Pier Paolo Pasolini
regia e spazio scenico Licia Lanera
con Licia Lanera, Nina Martorana
consulenza artistica Alessandra Di Lernia
luci Vincent Longuemare
costumi Antonio Piccirilli
dipinti Giorgio Calabrese
produzione Fibre Parallele
coproduzione Festival delle Colline Torinesi, CO&MA Costing & Management e con il sostegno di L’Arboret Teatro Dimora di Mondaino
14 gennaio 2017, Teatro India, Roma
Al Teatro India è andato in scena dal 12 al 15 gennaio Orgia di Pierpaolo Pasolini nella messa in scena di Fibre Parallele.
“Io sono un’unica voce e un unico corpo che racconta l’impossibilità di un essere umano a sottostare a certe leggi sociali, a subire l’inganno della lingua, a imprigionare il corpo in azioni ripetitive, sempre le stesse nel corso della storia.”. Queste le parole di Licia Lanera, la potente attrice – già vincitrice del premio Ubu nel 2014 – che riunisce in sé i due personaggi pasoliniani, l’ “uomo” e la “donna” del testo originale. In scena ci sono solo lei e la prostitituta – terzo personaggio dell’opera – interpretata dalla brava Nina Martorana.
Un testo difficilissimo, che come Pasolini stesso definiva è “un misto di verità parlata e dizione poetica” che offre in pasto a chi sta a guardare la visione su una camera di una coppia borghese, dove in segreto e lontana dagli sguardi del mondo, consuma i propri riti legati alla violenza carnale, in un disperato tentativo di ricerca della libertà naturale resa impossibile dai condizionamenti sociali. In scena una poltrona centrale, due aste microfonate laterali e tre dipinti seicenteschi – riproduzioni pittoriche di Giorgio Calabrese – che alludono alla storia, alla tradizione che i due coniugi violano con i loro atti trasgressivi. Diventa così forte e altamente lirico il contrasto tra i quadri rappresentati, patrimonio comune di un immaginario consolidato e la mattanza che Licia Lanera compie per mezzo delle parole e del suo solo corpo.
Inizialmente vestita con un look da strada, cappuccio, sottana e scarpe nere, progressivamente l’attrice si spoglia, mostrandoci con gesti essenziali e mai retorici il gioco sadico che porterà infine alla morte dei coniugi. La sua voce che cavalca magnificamente le parole radicali di Orgia, a volte è recitata dal vivo, altre volte invece è registrata e si fa strumento prevaricante, elemento che penetra il corpo dell’attrice stessa. In questo orgiastico sdoppiamento, Licia Lanera riesce a mantenere un altissimo livello di intensità per tutti i settantacinque minuti dello spettacolo. In lei si compie l’alchimia del testo che si fa carne e in questo caso atto barbarico, ribellione, volontà di annichilimento, tensione verso la morte come unico gesto liberatorio.